2017-03-15 14:00:00

Francesco: chi toglie il lavoro fa peccato gravissimo


Stamane all’udienza generale del Papa, in Piazza San Pietro, erano presenti anche un centinaio dipendenti di Sky Italia. A loro Francesco ha rivolto “un pensiero speciale”. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

“Auspico che la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie".

Sono infatti 570 i dipendenti del gruppo Televisivo - che fa capo alla corporation 21first Century Fox della famiglia del noto imprenditore australiano Rupert Murdoch, che ha attività nell’intero Pianeta - ad essere coinvolti in un discutibile piano di riorganizzazione di Sky Italia. Così ha sottolineato Francesco:

"Il lavoro ci dà dignità e i responsabili dei popoli, i dirigenti, hanno l’obbligo di fare di tutto perché ogni uomo e ogni donna possa lavorare e così avere la fronte alta, guardare in faccia gli altri, con dignità".

Il caso di Sky Italia sta sollevando polemiche in difesa dei lavoratori colpiti dai provvedimenti ma anche suscitando una riflessione sulla legittimità di tagli e trasferimenti in un’azienda che vanta allo stato attuale utili superiori alle medie precedenti:

"Chi, per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari, chiude fabbriche, chiude imprese lavorative e toglie il lavoro agli uomini, questa persona fa un peccato gravissimo".

Al nostro microfono Paolo Centofanti, rappresentate sindacale di base nelle trattative tra i lavoratori e la direzione di Sky Italia:

R. – Il clima è pesantissimo, soprattutto per le persone che hanno famiglie e specie nella sede di Roma che è quella più colpita: qui sono previsti 200 esuberi circa e 300 trasferimenti a Milano. Trasferimenti che - per persone che hanno un monoreddito oppure un nucleo familiare con il marito o la moglie che rimarrà a lavorare a Roma con dei figli spesso anche piccoli - se non sono equivalenti ad un esubero lo diventano: persone che sono costrette poi a fare una scelta o di enorme sacrificio o a rinunciare al proprio lavoro. Comunque, nel frattempo, sono state assunte altre 200 nuove persone su Milano e questo disorienta ed amareggia ancora di più i lavoratori. Abbiamo chiesto più volte di avere un piano industriale però ad oggi non lo abbiamo avuto.

D. - Come avete accolto le parole del Papa, che si è riferito non solo alla vostra azienda ma ha ammonito chiunque ai vertici di imprese tolga il lavoro per lucrare maggiori guadagni?

R. – Le abbiamo accolte in maniera ovviamente positiva e profonda, alcuni di noi avevano le lacrime agli occhi. Le sue parole hanno confermato l’estrema sensibilità del Papa e della Santa Sede per il richiamo forte che Papa Francesco ha fatto più volte su una questione fondamentale: l’imprenditoria, l’attività economica va esercitata in maniera responsabile, in maniera corretta, in maniera cristiana; e anche se un imprenditore non crede, comunque deve rispettare regole etiche e morali. Ma la vera responsabilità sociale difficilmente si concilia con un provvedimento del quale ancora non si conoscono le ragioni e che mette in difficoltà 600 persone con la prospettiva di dover perdere anche il posto di lavoro. Oggi c’è un incontro e speriamo che ci sia qualche ripensamento e, oltre a questo, qualche motivazione in più e qualche possibilità di sostegno in più.








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