2017-03-18 12:00:00

Commento di don Sanfilippo al Vangelo della III Domenica di Quaresima


Nella terza Domenica di Quaresima, la liturgia della Parola ci propone l’incontro di Gesù con la samaritana presso il pozzo di Giacobbe. A Gesù che chiede da bere, la donna dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». Gesù le risponde:

«Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 

Su questo brano evangelico ascoltiamo la riflessione di Don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma:

“La sete è uno dei temi conduttori delle letture odierne: nella prima lettura, grazie alla sete del popolo, appare il sentimento di mormorazione e ribellione che serpeggiava nel cuore di molti israeliti. Grazie alla sete di Gesù al pozzo di Sicar, l’incontro con la samaritana, rivela la sua condizione di adulterio ed eresia, e consente al Messia di manifestarle gradualmente la propria identità e il dono dello Spirito, vera fonte inesauribile d’amore. Anche a noi può accadere che nel corso del combattimento quaresimale la sete di serenità, di vita e di riposo sia l’occasione perché emergano stanchezze, nervosismi ed idolatrie, ed è questo il momento più opportuno per incontrare il Signore, per sentirci amati gratuitamente senza nulla da offrire in cambio, se non la sincera ammissione delle nostre mancanze. Molti patriarchi in Israele hanno incontrato per la prima volta le loro future spose proprio presso i pozzi dove si abbeveravano. In questa domenica il Salvatore del mondo ci viene incontro come un innamorato e con la sua tenerezza c’invita a gustare un cibo sconosciuto: l’obbedienza alla Volontà del Padre per collaborare con Lui all’immensa opera di annunciare il Vangelo ovunque e con zelo. Lo sposo ci chiama non indugiamo, la sua dote è gioia piena ed eterna.








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