2017-03-22 11:41:00

Papa: il cristiano semina speranza. Appello a non dimenticare migranti


Il Signore ci chiede di seminare speranza e consolare i fratelli. Lo ricorda il Papa nella catechesi all’udienza generale di stamani, in Piazza San Pietro. Proseguendo il ciclo sulla speranza cristiana, Francesco sottolinea oggi il suo legame con la perseveranza e la consolazione. E al termine chiede di non dimenticare il dramma dei migranti, che, ha detto, è la tragedia più grande dopo quella della Seconda Guerra Mondiale. Il servizio di Debora Donnini:

La perseveranza è la capacità di rimanere fedeli anche quando si vive un peso che sembra insostenibile. La consolazione è quella di mostrare l’azione compassionevole di Dio anche nella sofferenza. Nel brano della Lettera ai Romani proclamato prima della catechesi, San Paolo per spiegare la speranza cristiana, la accosta a questi due atteggiamenti, che, ricorda il Papa, ci vengono trasmessi dalla Parola di Dio. La Parola di Dio alimenta una speranza che si traduce in servizio reciproco:

“La Parola ci rivela che il Signore è davvero ‘il Dio della perseveranza e della consolazione’, che rimane sempre fedele al suo amore per noi, cioè che è perseverante nell’amore con noi, non si stanca di amarci! E’ perseverante: sempre ci ama! E anche si prende cura di noi, ricoprendo le nostre ferite con la carezza della sua bontà e della sua misericordia, cioè ci consola. Non si stanca neanche di consolarci”.

Essere seminatori di speranza e di consolazione
"Noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli". Questa espressione di San Paolo, prosegue il Papa, "potrebbe sembrare presuntuosa", ma nella logica del Vangelo è il contrario: la forza non viene da noi, ma dal Signore. E' quindi chi sperimenta la consolazione di Dio, ad essere in grado e in dovere di farsi carico delle fragilità dei più deboli:

“Se noi stiamo vicini al Signore, avremo quella fortezza per essere vicini ai più deboli, ai più bisognosi e consolare loro e dare forza a loro. Questo è quello che significa. Questo noi possiamo farlo senza autocompiacimento, ma sentendoci semplicemente come un ‘canale’ che trasmette i doni del Signore; e così diventa concretamente un ‘seminatore’ di speranza. E’ questo che il Signore chiede a noi, con quella fortezza e quella capacità di consolare e essere seminatori di speranza. E oggi serve seminare speranza, ma non è facile”.

Nella comunità cristiana non ci sono persone di serie A e di serie B
E il frutto di questo stile è una comunità dove non ci sono persone “di serie A”, cioè i forti, e altre di “serie B”, i deboli, ma dove si hanno gli stessi sentimenti “gli uni verso gli altri”: anche chi è forte prima o poi ha bisogno del conforto degli altri, così come chi si trova nella debolezza può dare una mano al fratello in difficoltà:

“Ed è una comunità così che ‘con un solo animo e una voce sola rende gloria a Dio’. Ma tutto questo è possibile se si mette al centro Cristo, la sua Parola, perché Lui è il ‘forte’, Lui è quello che ci dà la fortezza, che ci dà la pazienza, che ci dà la speranza, che ci dà la consolazione. Lui è il ‘fratello forte’ che si prende cura di ognuno di noi: tutti infatti abbiamo bisogno di essere caricati sulle spalle dal Buon Pastore e di sentirci avvolti dal suo sguardo tenero e premuroso”.

Accogliere e integrare i migranti, tragedia più grande dopo Seconda Guerra mondiale
Al termine della catechesi, il Papa ribadisce la sua preoccupazione per il dramma dei migranti. Nel salutare i partecipanti all’incontro per Direttori di Migrantes, li incoraggia a proseguire l'accoglienza e a favorire l'integrazione, “tenendo conto dei diritti e dei doveri reciproci per chi accoglie e chi è accolto”:

“Non dimentichiamo che questo problema dei rifugiati e dei migranti, oggi è la tragedia più grande dopo quella della Seconda Guerra Mondiale”.

I bagnini italiani donano al Papa mille zainetti per persone bisognose
Francesco saluta anche i ragazzi con sindrome di Down della Diocesi di Ascoli Piceno e i lavoratori del Sindacato Italiano balneari, presenti in circa 1.500 in Piazza San Pietro assieme alle loro famiglie. Tramite l'Elemosineria Apostolica - fanno sapere - hanno consegnato al Papa oltre mille zainetti con prodotti per l'igiene personale da distribuire a persone bisognose e una classica maglietta rossa, simbolo distintivo dei bagnini italiani. 

Le comunità partecipino a "24 ore per il Signore" per riscoprire il Sacramento della Riconciliazione
In conclusione il Papa rivolge, poi, un appello invitando tutte le comunità a vivere con fede l’appuntamento del 23 e 24 marzo per riscoprire il Sacramento della Riconciliazione, chiamato “24 ore per il Signore”: l'iniziativa prosegue anche dopo il Giubileo della Misericordia e prevede che molte chiese restino aperte ininterrottamente per consentire le confessioni. “Auspico - ha detto il Papa - che anche quest’anno tale momento privilegiato di grazia del cammino quaresimale sia vissuto in tante chiese del mondo per sperimentare l’incontro gioioso con la misericordia del Padre”.








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