2017-03-24 12:00:00

Cino Tortorella, l'amicizia per i bambini e la solidarietà


Sarà allestita al Piccolo teatro Grassi a Milano la camera ardente di Cino Tortorella, morto ieri a 89 anni. Tortorella, noto a tutti come “mago Zurlì”, il presentatore dello “Zecchino d’oro”, fortunato Festival canoro per bambini organizzato dall'Antoniano di Bologna, è stato autore di tanti altri programmi televisivi di successo. Grande la sua capacità di entrare in sintonia con i piccoli e forte in lui anche il valore della solidarietà, espressa anche attraverso l'associazione onlus 'Gli Amici di Mago Zurlì” che opera a tutela della salute e dei diritti dei bambini. Ascoltiamo Cino Tortorella nell’intervista che padre Vito Magno gli fece nel giugno 2007 a Rapolano Terme, quando gli fu consegnato il premio "Goccia d'oro per la solidarietà":

D. – Cino Tortorella, di Mago Zurlì cosa rimane?

R. – Assolutamente niente, perché non ho più nemmeno un pezzettino di vestito … però, come spirito è rimasto il piacere di parlare con i bambini, di ascoltarli: questo continua …

D. – Come spiega che lo “Zecchino d’Oro” sia seguitissimo, nonostante gli anni che passano?

R. – E’ l’effetto tortellini in brodo, a Bologna, oppure la pajata a Roma: è un piatto antico, e quando arriva in tavola ci ritroviamo bambini, ci ritroviamo a tavola con la mamma, con la nonna che l’ha fatto. Anche per me, quando incomincia la trasmissione io vedo mia mamma seduta lì, tra le prime file; e chi ci ascolta ha lo stesso effetto: si rivede bambino, si rivede con qualcuno che magari non c’è più … questo è lo “Zecchino d’Oro”. La sua forza è essere stato sempre uguale a se stesso e c’è riuscito perché, grazie a Dio, al terzo anno ha incontrato l’Antoniano, ha incontrato personaggi straordinari che lo hanno fatto crescere, lo hanno fatto diventare quello che è.

D. – Tra questi, Mariele Ventre, che forse un giorno vedremo sugli altari …

R. – Sarebbe molto bello, se questo arrivasse; sarebbe intanto la prima volta di un personaggio di questo mondo folle che è la televisione …

D. – Tra i tanti ricordi belli dei 50 anni dello “Zecchino d’Oro”, può raccontarne uno che le è rimasto più impresso nella memoria?

R. – Mi viene in mente quando tutti noi dello “Zecchino d’Oro”, con i bambini che avevano cantato, ci siamo trovati nella Sala Nervi con Papa Paolo VI: lui, molto ieratico … Io ero con un bambino che era divertentissimo. Il Papa è entrato, tutti ci siamo alzati in piedi e io, scherzando, ho detto: “Vai a salutare il Papa!”. Il Papa si è seduto, quello è corso lì, gli è saltato sui piedi e ha detto: “Ciao, Papa!”, e Paolo VI è rimasto un pochino perplesso … Poi, è stato come sempre un simpatico incontro.

D. – Ci sono canzoni dello “Zecchino d’Oro” che sono entrate nella storia della musica italiana: “Il coccodrillo come fa”, “44 gatti”, “Torero Camomillo”, “Il valzer del moscerino” e tante altre. Come hanno fatto a superare tempi e mode?

R. – Allo “Zecchino d’Oro” sono passate circa 600 canzoni, non tutte erano capolavori ma qualcuna sì, nella sua semplicità: tant’è vero che sono rimaste, non a caso …

D. – Ce n’è qualcuna che canticchia più volentieri?

R. – Ce n’è una che si intitola “La giostra del carillon”, è una canzone di molti, molti anni fa; poi ci sono quelle che sono ormai entrate nella memoria di tutti: da “Fammi crescere i denti davanti” a “Lettera a Pinocchio” e così via …

D. – Certamente lo “Zecchino d’Oro” ha giovato e giova ai bambini, ma anche ai grandi, ai genitori …

R. – Soprattutto ai genitori. Lo “Zecchino d’Oro” è una trasmissione per famiglie, prima che per bambini. Un bambino solo, forse, non si divertirebbe a guardare lo “Zecchino d’Oro”: deve stare con la mamma, con la nonna, con la zia …

D. – Lo “Zecchino d’Oro” non è però soltanto canzoni, ma anche solidarietà. Come va l’esperienza di questo valore aggiunto?

R. – Da quando abbiamo deciso di rivolgere il pensiero anche ai bambini più sfortunati, abbiamo incominciato circa 20 anni fa con i bambini del Bangladesh, e poi abbiamo continuato con il Cile, il Brasile, il Congo, il Rwanda e anche l’Italia, quando c’è stato il terremoto in Umbria. E da allora lo “Zecchino d’Oro” ha avuto qualcosa di più …

 








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