"Rimettere la persona di nuovo al centro della politica europea": è la richiesta che le Chiese del continente rinnoveranno alle istituzioni europee. L’occasione sarà l’incontro che il cardinale arcivescovo di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx, presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), e il presule anglicano Christopher Hill, presidente della Conferenza delle Chiese europee (Kek), hanno in programma il 31 marzo con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Il messaggio delle Chiese - anticipa un comunicato della Comece ripreso dall’ Osservatore Romano - sarà appunto quello di incoraggiare gli sforzi affinché le istituzioni dell’Unione Europea sappiano rispondere maggiormente al loro originario “progetto di pace”.
Il futuro dell’Europa al centro della plenaria di primavera della Comece
Del futuro dell’Europa, fra l’altro, discuteranno a Bruxelles i vescovi della Comece
nella loro plenaria di primavera, dal 29 al 31 marzo. L’assemblea si svolgerà dunque
all’indomani delle celebrazioni per i sessant’anni dei Trattati di Roma che hanno
segnato l’inizio dell’avventura di integrazione europea. Sarà l’occasione, viene spiegato,
per riflettere e analizzare "le principali sfide attuali" nel vecchio continente.
Cattolici ed evangelici sui 60 dai Trattati di Roma
Celebrazioni anche in chiave ecumenica: nei giorni scorsi la Conferenza episcopale
tedesca e il Consiglio della chiesa evangelica in Germania hanno emesso una dichiarazione
congiunta sull’attuale situazione del cammino dell’Unione europea, in occasione del
sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, base per l’Ue di oggi. "A soli dodici
anni dalla fine della seconda guerra mondiale, con i Trattati di Roma furono poste
le basi per l’integrazione europea, che ha garantito sino a oggi pace e prosperità
per l’Europa ed è diventata un simbolo di libertà per coloro che vivono nel mondo",
scrivono il cardinale Marx e il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente degli
evangelici tedeschi. Tuttavia, nonostante i grandi progressi, “l’Europa deve trarre
conclusioni dai disaccordi degli anni passati e superare la sua profonda crisi corrente.
L’Unione europea è più della somma dei suoi stati membri. Essi devono essere meglio
preparati per le numerose sfide e non devono essere separati. Una più stretta cooperazione
sarebbe urgente in molti settori”. Nella dichiarazione si sottolinea che c’è “bisogno
di solidarietà verso i rifugiati e di una politica estera e di sicurezza coordinate.
Allo stesso tempo, l’Ue dovrebbe aumentare il proprio profilo sociale”.
Card. Marx: credere nel sogno dell’integrazione europea
Sulla necessità di credere e sostenere il sogno dell’integrazione europea si è soffermato
il cardinale presidente della Comece. Partendo dalla constatazione che “l’Unione europea
si trova in una crisi profonda», il porporato— in un’intervista al Sir — osserva:
«La Brexit pone l’Ue di fronte a una domanda esistenziale e invita tutti a rispondere:
perché c’è bisogno dell’integrazione politica del continente?». A questa domanda,
sostiene, stanno di fatto rispondendo solo le forze populiste che «hanno un’agenda
non solo politico-economica, ma anche di politica estera, di sicurezza e di politica
migratoria, che punta piuttosto alla preclusione e al protezionismo. Esse sono più
propense, in tutti i settori, a soluzioni più nazionali», osserva il cardinale che
subito dopo avverte: «Una tale politica conduce in un vicolo cieco, quello dal quale
Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e gli altri padri fondatori dell’Europa hanno tirato
fuori il nostro continente dopo la guerra”.
L’Europa unita è ancora oggi garanzia di pace
Da qui il presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea delinea
tutte le “ragioni” per credere ancora nell’Ue. La prima risale alla “fondazione pacifica
dell’Europa”. In tal senso, rileva, «l’escalation militare in Crimea e nell’Ucraina
ha fatto crescere l’incertezza nell’Europa orientale. L’Europa unita è ancora oggi
una garanzia di pace». La seconda ragione è il benessere delle nazioni: «L’Unione
europea offre il miglior spazio per affrontare le sfide economiche e sociali della
globalizzazione. "Una cosa rimane importante - osserva il card. marx - l’Europa non
può bastare a se stessa. Vale a dire: la fede cristiana è una parte dell’anima dell’Europa.
Anche nella crisi l’Europa non può ruotare solo attorno a se stessa. Con le sue culture
e tradizioni filosofiche e religiose, l’Europa deve portare un contributo specifico
nel mondo".
All the contents on this site are copyrighted ©. |