2017-03-27 12:41:00

I giovani di Milano: il Papa è un uomo vero e concreto


Tra i momenti cruciali della visita del Papa a Milano, l’incontro con i ragazzi cresimati e cresimandi. Ne è nato un dialogo spontaneo tra Francesco e i giovani su temi attualissimi, come il bullismo. Alessandro Guarasci:

Nelle parrocchie, nei centri dei aggregazione giovanile legati alla Chiesa ambrosiana, i ragazzi si confrontano ancora sull’incontro col Papa a Milano. Per loro l’evento clou si è svolto allo stadio San Siro, ma tantissimi erano anche a Monza, come per le strade della città. Don Massimo Pirovano, responsabile del Servizio per i giovani della diocesi di Milano:

R. – Abbiamo incontrato diversi giovani mentre eravamo a Monza e li abbiamo intervistati; abbiamo incontrato un ragazzo che ci ha detto: “I sono ateo, però sono venuto a incontrare Papa Francesco perché lo ritengo un uomo vero e concreto - ci ha detto - E soprattutto perché quando mi guardo attorno vedo che ci sono nel mondo molte ‘istituzioni’ che stanno crollando, mentre vedo che la Chiesa, nonostante le fatiche reali e alcuni problemi reali, rimane un’istituzione che ha un desiderio di bene, un po’ come una luce …

D. – Il Papa ha parlato di questioni molto concrete: giovani che fanno continuamente zapping oppure il problema del bullismo. I ragazzi come percepiscono questo messaggio, secondo lei?

R. – I ragazzi percepiscono una verità in quello che il Papa dice loro. C’è stata un’altra ragazza, una studentessa milanese, che ha detto: “Riesce a dirmi le cose importanti senza farmele sentire pesanti ma mostrandomi che è possibile”. Quindi riconoscono che questi argomenti del bullismo, dello zapping, sono veri: loro li riconoscono dentro la loro vita, a volte come un peso. Ma sembra, a volte, che nessuno faccia percepire loro la possibilità che invece sia possibile superare determinate dimensioni. “Invece – ha detto questa ragazza – il Papa, quando mi parla mi fa capire che non è impossibile andare oltre”.

D. – Voi prenderete spunto anche da quello che ha detto il Papa anche per rinnovare la pastorale giovanile?

R. – Sicuramente. Quello che ha detto ha degli orizzonti molto importanti, anche in vista del prossimo Sinodo che ci sarà nel 2018. Anche a questo riguardo abbiamo incontrato invece un giovane che viene dall’area del Sudamerica, Infatti c’è stato oltre un migliaio di giovani che si sono iscritti attraverso il Servizio, che non avevano un contatto diretto con la parrocchia perché la maggior parte di loro sono studenti fuori sede, e quindi hanno avuto a che fare anche con il responsabile della pastorale universitaria. E questo giovane ha detto: “Io comprendo che quando il Papa parla di protagonismo, io lì mi sento chiamato: all’interno di quell’orizzonte, per me c’è una verità”.

D. – I giovani a volte vengono dipinti come poco propensi alla spiritualità: è così, a Milano?

R. – Prima dell’arrivo del Papa abbiamo scritto, ci siamo rivolti a migliaia di giovani chiedendo loro cosa volessero regalare a Papa Francesco. E ci ha stupito come la maggior parte di loro, la stragrande maggioranza di loro abbia detto: “Vogliamo pregare per lui”. Proponiamo ai giovani di tutta la realtà diocesana gli esercizi spirituali: diverse centinaia di loro li vivono facendo 48 ore di assoluto silenzio e tutti ne escono sempre molto rinvigoriti e soprattutto contenti: ma contenti soprattutto del silenzio. Segno che la spiritualità esiste, è reale, non è qualcosa di aggiunto alla vita; ha bisogno di essere educata, di trovare le strade corrette per potersi esprimere.








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