I vescovi brasiliani scendono in campo contro la riforma delle pensioni presentata al Congresso dal Governo Temer che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni e invitano i cristiani a mobilitarsi in difesa dei più vulnerabili. Secondo i presuli, con il progetto l’Esecutivo ha “scelto la strada dell’esclusione sociale”. In questo senso si esprime una nota della presidenza della Conferenza episcopale (Cnbb) presentata alla stampa al termine della riunione del Consiglio permanente a Brasilia.
La nuova politica di austerity decisa per
fare fronte alla crisi economica
Dopo l’approvazione al Congresso del congelamento
delle spese pubbliche per i prossimi 20 anni, il Presidente Michel Temer, subentrato
l’estate scorsa alla deposta Dilma Rousseff, ha fatto della riforma del sistema
previdenziale un altro punto focale della sua nuova politica di austerità per affrontare
la grave crisi economica del Paese, che in due anni ha registrato un calo del Pil
del 7,2%.
La previdenza non è un privilegio, ma un
diritto
Nella nota i vescovi brasiliani si dicono preoccupati
dal progetto, sottolineando che la “previdenza non è una concessione del governo o
un privilegio”, ma una conquista democratica. “Ogni minaccia a questi diritti deve
quindi essere respinta”, affermano.
Dal Governo cifre imprecise
Secondo l’Esecutivo, la riforma è resa necessaria
dal deficit delle casse previdenziali. Cifre peraltro contestate dalle parti sociali
e anche da parlamentari vicini al Governo. Da parte sua , la Cnbb obietta che “non
si possono prendere decisioni su un tema così complesso, basandosi su informazioni
non sicure, decontestualizzate, se non contraddittorie”. (A cura di Lisa
Zengarini)
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