2017-03-29 14:16:00

Clima. Cina conferma accordi Parigi. Rammarico Ue per scelte Usa


La Cina conferma tutti gli impegni sul taglio dei gas serra. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang, all’indomani della firma del presidente Usa, Donald Trump, al decreto che rilancia l’uso del carbone per l’industria americana. Intanto il commissario europeo al clima, Miguel Arias Canete, ha espresso rammarico" per la decisione del capo della Casa Bianca di "tornare al passato" invece di investire sulle energie pulite, ma ha anche fatto appello all'Europa affinché sia capace di "mantenere la leadership mondiale nella lotta contro il cambiamento climatico”. Massimiliano Menichetti ha intervistato Alfonso Cauteruccio, presidente dell’associazione Greenaccord:

R. – C’è una grande preoccupazione per questa decisione perché va contro il parere praticamente unanime degli scienziati. C’è però da sottolineare che non è così semplice smantellare l’impianto legislativo voluto da Obama che garantiva questa corrispondenza agli accordi di Parigi sul clima, così come gli accordi precedenti, con la progressiva decarbonizzazione dell’economia statunitense. Poi bisogna tener conto che in America, gli Stati hanno una grande autonomia; la California, ad esempio, si è in sostanza già dissociata, inoltre ci saranno anche tutta una serie di ricorsi, sia da parte delle associazioni ambientaliste sia di altri soggetti interessati al tema. Quindi per Trump non sarà così facile ribaltare tutto.

D. - Però segnali operativi sul terreno già ci sono in questo senso da parte di Trump …

R. – Ha revocato l’abbattimento delle emissioni carboniche da parte delle centrali elettriche, ha abolito le restrizioni che Obama aveva imposto per le trivellazioni costiere, sui permessi di sfruttare le miniere nelle terre di proprietà pubblica, sull’emissione di metano dagli oleodotti… Quello che può fare Trump con certezza è non finanziare più politiche verdi, ma non può rinnegare semplicemente tout court gli accordi internazionali e cancellarli da un giorno all’altro.

D. - Tutto questo – afferma Trump – per rilanciare l’industria, creare più posti di lavoro. Lo ha ridetto anche per quanto riguarda il carbone …

R. - Bisogna sottolineare però che gli investimenti finanziari e quindi il mondo economico che muove i soldi, va in tutt’altra direzione, tanto è vero che c’è stata una caduta verticale delle quotazioni del greggio, così come per il carbone, che non costituisce più un mercato molto redditizio. Il mercato si sta muovendo diversamente perché il timore dei cambiamenti climatici e delle sue ripercussioni economiche, spaventano tantissimo. Ritengo che le nuove forme di protezione ambientale possono generare davvero tantissimi posti di lavoro come già sta succedendo almeno in Europea ed anche in Italia.

D. - Comunque, anche se non sarà semplice per Trump demolire l’impianto che cerca di rispettare il creato, la sua decisione è un segnale fortemente negativo visti gli accordi sul clima di Parigi del 2015 e Marocco 2016

R. - È certamente un passo indietro. Alcuni commentano che praticamente in questa maniera Trump lascia alla Cina il ruolo di nazione guida, perché si trova ad essere la nazione più grande ad avere un ruolo inatteso, politico da capofila per quanto riguarda l’attenzione al clima.

D. - Questo perché la Cina ha mostrato un’apertura lo scorso anno a Marrakech?

R. – La Cina ha seri problemi ambientali, lo ha capito e sta iniziando a lavorare in questo senso; la sfida in questo caso è capire come questo avverrà. Mi auguro comunque che tutto si ridimensioni.








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