"Le decisioni prese, con seri dubbi sulla loro legalità e legittimità, sono un segno della assoluta mancanza di considerazione e di rispetto per l'istituzione democratica che con tanto impegno e dedizione abbiamo conquistato dopo decenni di dittatura": è la ferma dichiarazione della Conferenza episcopale del Paraguay riguardo ai fatti di ieri, martedì 28 marzo, quando i parlamentari del governo hanno stabilito un accordo con un gruppo dell'opposizione per presentare ed approvare, in poche ore, un emendamento costituzionale che consente la rielezione presidenziale.
Dal 1992 previsto un solo mandato presidenziale
In Paraguay dal 1992 la rielezione del Presidente è vietata dalla Costituzione per
proteggere il Paese dalle dittature, quindi il presidente può svolgere un solo mandato.
"E' urgente riflettere, con calma e in modo responsabile, su ciò che è accaduto, e
guidare gli sforzi per ripristinare la fiducia in un'istituzione di alto valore per
la Repubblica, mostrando una forte volontà di raggiungere gli accordi nel contesto
della legalità".
Nel Paese proteste e manifestazioni
La tensione nel Paese – riferisce l’agenzia Fides - è alta: ieri sera un migliaio
di persone è sceso in strada insieme al sindaco della capitale, Asuncion, per manifestare
contro quello che hanno definito “colpo di stato parlamentare”. "Riteniamo prudente
– si legge infine nel comunicato dei vescovi - non insistere sull'introduzione della
rielezione presidenziale attraverso la via dell'emendamento costituzionale, perché
produce inutile tensione e polarizzazione sociale, che se non gestita correttamente,
potrebbe diventare violenza con imprevedibili conseguenze".
All the contents on this site are copyrighted ©. |