2017-03-30 08:15:00

Brexit, May: non si torna indietro. L'Ue, Londra rimpiangerà


Sette punti per l’addio all’Unione europea. Sono quelli contenuti nella lettera che la premier britannica Theresa May ha fatto arrivare a Bruxelles per avviare la Brexit. Non torneremo indietro: le parole della May a cui reagisce il presidente del consiglio Ue Tusk: non è un giorno felice. Francesca Sabatinelli :

Indietro non si torna: il risultato del referendum del 23 giugno scorso è scritto nero su bianco sulla lettera arrivata ieri nelle mani del presidente Tusk, a Bruxelles, con la quale Londra dice addio all’Unione europea. Da oggi la parola passa ai negoziati che, in due anni, dovranno sancire definitivamente la Brexit. Non c’è ragione di pensare che sia un giorno felice: è stato il commento del presidente del Consiglio europeo Tusk, mentre per il presidente della commissione Juncker i britannici rimpiangeranno la scelta di lasciare l’Ue. Sarà un Paese più forte, più equo, più unito, annuncia la May, un Paese pronto ad una nuova partnership con l’Europa, ma pronto anche a mettere a rischio la cooperazione sulla sicurezza nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo di libero scambio con l’Ue dopo l’uscita di Londra dal mercato unico. Sullo sfondo l’afflato secessionista della Scozia e il fragile equilibrio dell’Irlanda del Nord. E mentre la Spagna convoca un vertice sulla Brexit tra i Paesi del sud dell’Ue, a Madrid il 10 aprile prossimo, a sottolineare che “divisi non si va da nessuna parte” è il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e dei vescovi europei, per il quale “oggi c’è bisogno di più Europa, non di meno Europa” .

Ma come cambieranno i rapporti internazionali per Gran Bretagna e Unione Europea? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Federiga Bindi, docente di Politica europea al centro “Jean Monnet” dell’Università romana di Tor Vergata:

R. – Per quanto riguarda il futuro dell’Inghilterra - e ho usato appositamente il termine “Inghilterra” - mi pare che in un certo senso Brexit sia la fine del colonialismo, con la Scozia che quasi sicuramente uscirà, perché il motivo primario per il quale gli scozzesi decisero di rimanere all’interno della Gran Bretagna era proprio per stare dentro l’Unione Europea. Il rischio è che poi anche l’Irlanda del Nord faccia un percorso simile nonostante tutti i problemi che la contraddistinguono. Quindi della Gran Bretagna rimarrebbe solo l’Inghilterra, con un rapporto forse privilegiato con gli Stati Uniti, ma insomma la piccola Inghilterra avrebbe certamente meno peso della Gran Bretagna. Per l’Unione Europea è il momento di riflettere seriamente. In realtà Brexit è una grandissima opportunità, perché per molti anni ci si è nascosti dietro l’ostruzionismo della Gran Bretagna e dietro un sacco di politiche; questo non ci sarà più. Brexit ha avuto chiaramente l’effetto di un sostegno maggiore per l’integrazione europea nel resto d’Europa, quindi è un’occasione che spero i nostri leader sappiano valorizzare.

D. - È immaginabile, nonostante la premier May dica che i rapporti con l’Europa rimarranno saldi, che la Gran Bretagna rientri nella sfera economica degli Stati Uniti?

R. - La Gran Bretagna in parte è già nella sfera economica degli Stati Uniti. Molti europei non si rendono conto che gli Stati Uniti tendono a giudicare le persone, gli enti, a seconda del loro interesse e a seconda del loro peso specifico. È evidente che una piccola Inghilterra avrà un peso specifico minore rispetto ad una Gran Bretagna parte dell’Unione Europea. Quindi gli americani avranno comunque meno interesse nell’Unione Europea. Penso che loro tenderanno a trovarsi un altro partner privilegiato che faccia da cavallo di Troia all’interno dell’Ue.

D. - Tornando al discorso della Scozia, quale interesse ha quest’ultima a voler rimanere in Europa?

R. - Ha tutti gli interessi. A differenza del Regno Unito che non si rende conto di cosa andrà a perdere, gli scozzesi hanno ben chiaro cosa perderebbero: fondi, accesso al libero mercato, libera circolazione … Qui sono i conservatori inglesi a non rendersene conto. La Scozia avrebbe tutto da perdere dall’essere fuori dall’Unione Europea e nulla da guadagnare. 








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