2017-03-31 11:31:00

Vescovi australiani: cristiani gruppo religioso più perseguitato


“I cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo”: lo affermano i vescovi dell’Australia, in una nota diffusa oggi sul loro sito web. “Ogni anno, a causa della fede, vengono uccisi più di 100mila cristiani” ed altri “sono stati cacciati via dal Medio Oriente, culla della cristianità”, si legge nel documento. Il testo fa parte di un’inchiesta sullo stato del diritto alla libertà religiosa o di credo, realizzato dal Comitato permanente congiunto del Parlamento australiano per gli Esteri, la Difesa ed il Commercio.

Condanna di tutte le persecuzioni religiose
Ma il pensiero dei vescovi australiani non va solo ai cristiani, forte la loro condanna della persecuzione subita da yazidi, ebrei, musulmani ed altri gruppi religiosi. “Comprendere e riconoscere la complessità del diritto alla libertà religiosa o di credo sarà sempre più importante per il nostro Paese”, afferma il presidente dei vescovi australiani, l’Arcivescovo Denis Hart. “La percentuale di popolazione con una fede religiosa – sottolinea – aumenta nel  mondo. E se i governi australiani vogliono comprendere il mondo, allora devono comprendere ed accogliere la fede religiosa”.

Il credo religioso dà origine ai diritti umani
Tante, però, le sfide che le religioni sono costrette ad affrontare oggi e mons. Hart ne ricorda alcune: attacchi violenti, restrizioni governative “ma anche, soprattutto in Occidente, un ateismo sempre più aggressivo che non tollera opinioni diverse e cerca di escludere il credo religioso dal contesto pubblico”. Eppure, aggiunge il presule, “è proprio il credo religioso che dà origine ai diritti umani”.

I credenti sono cittadini a tutti gli effetti
Basti pensare, spiega mons. Hart, che “nella tradizione giudaico-cristiana, le persone sono create ad immagine e somiglianza di Dio e ciò è alla base del riconoscimento della loro dignità umana. Ed è da questa dignità, universale ed intrinseca, che derivano i diritti umani di ciascuno”. Di qui, l’appello della Chiesa di Sydney ai governi affinché riconoscano che “quando si parla di persone di fede, si sta parlando di cittadini, siano essi cristiani, ebrei, musulmani o altro”.

Libertà religiosa è al servizio del bene comune
Non solo: i vescovi ribadiscono che “i credenti, a qualunque religione appartengano, esercitano la loro libertà religiosa al servizio del bene comune”, nel “rispetto dei diritti e delle libertà altrui” e si aspettano di vederseli tutelati, a loro volta. “L’Australia – conclude la nota - ha un ruolo importante da svolgere nel riconoscimento e nel rispetto della libertà religiosa e nella promozione del dialogo e di altre iniziative a livello internazionale, per proteggere le persone perseguitate a causa delle loro credenze religiose”. (I.P.)








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