“Gratitudine a Dio e stupore”. Li ha espressi il Papa incontrando in Sala Clementina i partecipanti al Convegno promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche dal titolo: “Lutero 500 anni dopo”. “Veramente - ha detto Francesco - tocchiamo con mano i frutti dell’azione dello Spirito Santo”. Massimiliano Menichetti:
Il Papa esprime gratitudine a Dio e parla di stupore perché - afferma - “non molto tempo fa un Convegno del genere sarebbe stato del tutto impensabile”:
“Parlare di Lutero, cattolici e protestanti insieme, per iniziativa di un organismo della Santa Sede: veramente tocchiamo con mano i frutti dell’azione dello Spirito Santo, che sorpassa ogni barriera e trasforma i conflitti in occasioni di crescita nella comunione”.
Superare clima di sfiducia
Il Papa guarda poi alla ricerca di “comunione” riflessa anche nella “commemorazione
comune del quinto centenario dell’inizio della Riforma di Lutero”. Parla di “opportunità”
nel “guardare insieme” ciò che accadde, perché approfondire seriamente la figura di
Lutero e "la sua critica contro la Chiesa del suo tempo ed il papato contribuiscono
certamente a superare quel clima di mutua sfiducia e rivalità che per troppo tempo
in passato ha caratterizzato i rapporti tra cattolici e protestanti".
Saper prendere il positivo
"Lo studio attento e rigoroso, libero da pregiudizi e polemiche ideologiche, permette
alle Chiese, oggi in dialogo, di discernere e assumere quanto di positivo e legittimo
vi è stato nella Riforma e di prendere le distanze da errori, esagerazioni e fallimenti,
riconoscendo i peccati che avevano portato alla divisione".
La purificazione della memoria
“Siamo tutti ben consapevoli - afferma - che il passato non può essere cambiato”.
“Tuttavia - rimarca - dopo cinquanta anni di dialogo ecumenico tra cattolici e protestanti,
è possibile compiere una purificazione della memoria”, senza il “rancore” che “deforma”.
Sconfiggere i pregiudizi
“Oggi, come cristiani siamo tutti chiamati a liberarci da pregiudizi verso la fede
che gli altri professano con un accento e un linguaggio diverso, a scambiarci vicendevolmente
il perdono per le colpe commesse dai nostri padri e ad invocare insieme da Dio il
dono della riconciliazione e dell’unità”.
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