2017-04-01 14:03:00

Carpi, don Baraldi: "Papa ci aiuti a far tesoro dell'esodo"


"Il Papa viene a visitare le ferite di una popolazione che però - per citare don Tonino Bello - sono anche feritoie di speranza. Speriamo che la visita del Papa sia occasione di un rilancio delle reti dell’evangelizzazione per ripartire con la nostra vita missionaria insieme a tutta la nostra diocesi. Noi siamo stati costretti ad essere una Chiesa in uscita. Siamo dovuti scappare dalle nostre canoniche e abbiamo dovuto attivare altre forme di annuncio, di condivisione della Parola e di accoglienza del Signore. Ora la tentazione è tornare dentro delle chiese restaurate senza fare tesoro di quella rete di fraternità che in qualche modo è stata realizzata proprio grazie al sisma". Così Don Luca Baraldi, Responsabile Liturgia per la visita del Papa a Carpi e Mirandola.

"Mirandola credo che possa essere definita come una realtà ponte, tra l’Emilia e la Lombardia. Respira un’aria di confine tutta particolare che penso abbia quel tono di periferia a cui il Papa fa spesso riferimento", riprende don Luca. "Il fatto che proprio là Francesco vada a visitare una chiesa non ricostruita e in questa chiesa abbia la possibilità di incontrare i parenti delle vittime del terremoto, sotto l’immagine di un Cristo che dopo essere stato sbriciolato dalle pietre che gli sono cadute addosso è stato restaurato più bello di prima, sta a significare che la visita a Mirandola deve essere messa sotto il segno della Passione di un Cristo che continua ad amare ed è risorto. Mirandola diventa così quella linea di confine fra il giorno e la notte, o meglio fra la notte e il giorno che prelude all’alba e alla speranza sempre nuove". 

L'immagine simbolo del Papa che si lascia toccare da una bimba cieca e che fa altrettanto dice della necessità di esprimere un affetto attraverso tutti i sensi... "Grazie di questo riferimento a quella foto scattata ieri al centro per ciechi e ipovedenti visitato dal Papa a sorpresa", conclude don Luca. "Sì, ci dice che oltre che andare a vedere di persona certe realtà bisogna dare la propria mano per accarezzare. Dobbiamo reimparare una pedagogia della carezza, di un gesto semplice, quotidiano, affettuoso. Il Papa verrà a portarcela, acnhe a noi". 








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