2017-04-01 10:00:00

Il Papa al Centro Sant'Alessio-Margherita di Savoia per i ciechi


Una visita a sorpresa nel segno della continuità con i “Venerdì della misericordia”. E’ stata quella di ieri pomeriggio di Papa Francesco al Centro Regionale Sant'Alessio–Margherita di Savoia per i ciechi in Roma. Il Papa ha incontrato i residenti fissi della struttura, oltre trenta anziani e adulti, e tutti gli altri ospiti giornalieri, tra loro decine di bambini. Tutte persone – spiega un comunicato della Sala Stampa – con una disabilità sensoriale legata all’uso della vista, non vedenti dalla nascita o a seguito di gravi patologie e alcuni con pluridisabilità. Il Papa al Sant'Alessio è stato accolto dal presidente del Centro, Amedeo Piva, intervistato da Francesca Sabatinelli:

R. – Una sorpresa senz’altro. Sapevamo che aveva intenzione di venirci a trovare, però noi responsabili l’abbiamo saputo l’altro ieri quindi la sorpresa è stata forte! Per noi, per tutti, è stato veramente toccante perché il Papa non ha parlato, ha comunicato, ha comunicato in una maniera molto ma molto più profonda. Un po’ avevamo avvisato i nostri ragazzi che c’era un ospite illustre, di venire a un incontro importante… E poi si sono trovati di fronte il Papa, che ha salutato uno per uno, ha abbracciato, ha sentito proprio il calore di tutte queste persone che erano presenti. Noi qui abbiamo 36 ospiti di una certa età che sono in riabilitazione, però poi abbiamo ogni giorno un’ottantina di persone, di ragazzi, di bambini che vengono qui per terapie riabilitative, tutti ciechi, una buona parte pluridisabili. Oggi erano accorsi tutti a questa misteriosa riunione che il direttore ha voluto comunicare loro l’altro ieri e sono venuti e sono stati abbracciati dal Papa, uno per uno.

D. - Come ha manifestato la sua presenza e la sua vicinanza Francesco?

R. – E’ stato in tre sale diverse. Prima nella sala con tutti i ragazzi, poi è passato al primo piano dove c’è la residenzialità degli anziani e alla fine nella sala più grande, dove ha abbracciato tutti quelli che non aveva incontrato prima. Ha detto pochissime parole però, uno per uno, ha risposto alle domande dei bambini, che non lo vedevano ma sentendo il calore dicevano: “Sei proprio il Papa?” – “Sì, sono il Papa!”. E’ stato veramente commovente e toccante. Qualcuno gli ha chiesto se ad esempio la coroncina che gli aveva regalato poteva utilizzarla come collana… Quindi siamo a un discorso molto famigliare, molto affettuoso.

D. – Con gli adulti?

R. – Be’ con gli adulti, lì c’è anche specialmente qualcuno che magari è diventato cieco da poco, c’era tutta la sofferenza e quindi l’affidarsi a una speranza di serenità che il Papa con la sua presenza ha portato.

D. – Ci sarà stato anche per voi che lavorate in una struttura così importante un forte incoraggiamento?

R. – Assolutamente. Poi il fatto che sia venuto il Papa qui da noi ci ha fatto ricevere centinaia e centinaia di ringraziamenti a me e al direttore generale quasi fosse un nostro merito. Però per la nostra istituzione - che sta procedendo in un cammino molto faticoso per cercare di riorganizzarsi in questo momento, per aumentare i servizi - questa visita del Papa ha permesso anche un grande consolidamento e un rapporto diretto affettivo e determinato anche nel continuare ad andare avanti e nella stima di tutti i nostri collaboratori. Quindi immensamente positivo!

R. – Il Papa vi ha lasciato un dono...

R. - Sì, ci ha lasciato una bellissima immagine della Madonna e poi con una grande attenzione ha lasciato la pergamena a ricordo della sua visita. Anzi, ce ne ha lasciate due: una scritta in braille, che è stata veramente molto apprezzata da tutti. Questa sensibilità è stata graditissima.








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