2017-04-02 08:39:00

L'Armenia alle urne, per la prima volta col proporzionale


L’Armenia alle urne questa domenica per il rinnovo del Parlamento. Circa 2 milioni e mezzo gli aventi diritto al voto. Si tratta delle prime consultazioni, in base al referendum costituzionale del 2015, che sanciscono il passaggio dal semipresidenzialismo al parlamentarismo puro e dal sistema elettorale misto al proporzionale. Tra le novità: la riduzione dei parlamentari da 131 a 101 e l’introduzione delle quote rosa. Dell’importanza di queste elezioni, Giancarlo La Vella ha parlato con Robert Attarian, responsabile del Programma armeno della nostra emittente:

R. – E’ una fase importante per tutto il Paese, perché dovrebbe segnare un po’ una svolta anche per il sistema politico che vigeva fino ad ora. E questo nuovo sistema ovviamente darà più possibilità a tutte le forze politiche. In questo momento, il Partito Repubblicano, che è la forza politica con a capo il presidente attuale, Sargsyan, è in testa ai sondaggi. Però, il metodo proporzionale darà comunque la possibilità anche agli altri partiti di poter accedere al Parlamento, che ha una soglia di sbarramento del 5% per i partiti, mentre per le coalizioni è del 7%.

D. – Per quelle che saranno le nuove istituzioni, quali le sfide sia interne e sia internazionali?

R. – Le sfide rimarranno sempre le stesse, ovviamente, ma bisogna affrontarle in modo diverso, probabilmente. Oggi l’Armenia affronta anche una sfida molto acuta al suo interno, perché è un Paese isolato dal resto del mondo: il conflitto con l’Azerbaigian non consente di tenere le frontiere aperte con quel Paese, la stessa cosa vale anche con la Turchia. Ovviamente, essendo un Paese isolato, ha grosse difficoltà interne e una delle prime sfide è proprio quella di guardare all'esterno. Il premier attuale sta facendo un grosso lavoro, sotto questo aspetto, perché sta cercando di sviluppare comunque l’economia interna e ovviamente tanti vorrebbero che lui continuasse questo suo lavoro, perché credono in lui.

D. – L’Armenia, luogo di incontro delle religioni: questo dialogo c’è anche a livello politico?

R. – Sì. Diciamo che una cosa importante è che in questa nuova legge proporzionale ci sono anche seggi assegnati alle minoranze: i curdi, gli yazidi, i russi e gli assiri - a prescindere dal risultato elettorale, e questa è un’altra attenzione verso il multiculturalismo e la multietnicità.

D. – Poco meno di un anno fa, la visita di Papa Francesco in Armenia, prima tappa di un viaggio più ampio in alcuni Paesi del Caucaso. Cosa è rimasto del messaggio del Papa soprattutto per quelli che dovranno guidare il Paese?

R. – Diciamo che il viaggio del Papa in Armenia ha segnato, in un certo senso, la coscienza religiosa del Paese e, devo dire, che da quella data a oggi c’è stata una sorta di risveglio religioso. Ovviamente, le guide politiche del Paese dovranno in un certo modo seguire anche i suggerimenti che ha lasciato il Papa per governare un Paese e - di qualsiasi Paese si parli, non solo l’Armenia - la prima cosa è la lotta alla corruzione. Penso che anche in Armenia si debba camminare su questa via in modo da costruire un Paese in cui la corruzione sparisca; poi, una volta sparito questo aspetto molto negativo della politica, probabilmente l’Armenia potrà fare un passo avanti e crescere anche politicamente ed economicamente, ed essere un baluardo e un esempio anche per tutti gli altri Paesi che la circondano.








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