Anche a Taiwan la legalizzazione delle nozze gay è entrata nel dibattito politico. Un progetto di legge in tal senso è stato approvato in prima lettura dal Parlamento locale lo scorso dicembre ed è in attesa della seconda lettura. Intanto, la Corte Costituzionale ha iniziato l’esame di due ricorsi contro un articolo del Codice Civile che stabilisce che il matrimonio può avere luogo solo tra un uomo e una donna. Per i ricorrenti, l’articolo in questione è contrario al principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.
Cristiani e buddisti uniti contro la legalizzazione
Contro la legalizzazione - riporta il quotidiano francese
La Croix - si sono mobilitati i leader religiosi buddisti e cristiani dell’isola,
secondo i quali la ridefinizione del matrimonio è incompatibile con i valori tradizionali,
profondamente radicati nell’isola. “Nelle culture orientali diamo una grande importanza
alla pietà filiale dovuta, da ciascuno di noi, a madre e padre. È una virtù che dobbiamo
preservare”, ha dichiarato David Tseng, portavoce dell’Alleanza delle religioni di
Taiwan per la difesa della famiglia, che riunisce diverse organizzazioni cattoliche,
protestanti e buddiste.
La presidente Tsai Ing-wen a favore dei
diritti degli omosessuali
La diocesi di Taipei ha intanto indirizzato ai fedeli
due lettere per esortarli a “saturare” la casella di posta elettronica della presidente
Tsai Ing-wen, come segno di protesta contro una sua dichiarazione secondo la quale
non avrebbe “mai sentito parlare di obiezioni da parte della Chiesa al matrimonio
tra persone dello stesso sesso”. Cattolica, ma non praticante e prima donna alla guida
del Paese, dall’inizio del suo mandato nel 2016, Ing-wen si è detta aperta ai diritti
degli omosessuali. Se la proposta di legge presentata al Parlamento passasse, Taiwan
sarebbe il primo Paese dell’Asia a legalizzare le nozze gay. (A cura di Lisa Zengarini)
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