2017-04-03 16:01:00

Card. Parolin: la "Populorum Progressio" ricorda che ciò che conta è l'uomo


 Si è aperto questa mattina nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano, il congresso internazionale dal titolo: “Prospettive per il servizio dello sviluppo umano integrale: 50 anni dalla Populorum Progressio”. L'evento, che si conclude domani, è stato promosso dal dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e si pone come obiettivo quello di approfondire le prospettive teologiche, antropologiche e pastorali dell’Enciclica di Paolo VI. E domani mattina i partecipanti saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Uno sviluppo integrale che dovrebbe avere come base l’eliminazione delle ingiustizie contro la dignità dell’uomo, mentre invece prevalgono spesso poteri politici ed economici a danno dei più deboli. Con questa osservazione, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano ha aperto la sua omelia nella celebrazione eucaristica che si è tenuta nella basilica di San Pietro, per i partecipanti al congresso internazionale sulle "Prospettive per il servizio dello sviluppo umano integrale a 50 anni dalla Populorum Progressio". Ascoltiamo le sue parole:

“Development consists in the passage from less human living conditions…”

"Lo sviluppo consiste nel passaggio da una condizione di vita peggiore ad un miglioramento delle condizioni di vita. E quali sono le vere condizioni di vita? L’uscire fuori dalla povertà e l’acquisizione delle necessità primarie; l’eliminazione dei disagi sociali; l’allargamento degli orizzonti della conoscenza; l’acquisire educazione e cultura… Da qui si può arrivare ad una maggiore consapevolezza della dignità delle altre persone, un gusto per lo spirito di povertà e un interesse attivo per il bene comune e il desiderio di pace. Così, l’essere umano può riconoscere i valori più alti e Dio stesso, l’autore e la fine. Infine c’è la fede, che Dio dà agli uomini di buona volontà, e il nostro amore nell’unità in Cristo che chiama tutti gli uomini a condividere la vita come figli del Dio vivente, il Padre di tutti gli uomini".

E i valori fondanti di questo documento che per la prima volta estendeva a livello mondiale l’insegnamento sociale della Chiesa e dove veniva affermato che lo sviluppo non può essere ridotto solo ad una mera crescita economica, risultano quanto mai vivi ed attuali, come ha sottolineato il cardinale Parolin. Ascoltiamo ancora le sue parole:

"Come l’Enciclica "Populorum Progressio" ci ricorda, lo sviluppo di cui parliamo qui ora non può essere ristretto ad una crescita economica soltanto; per essere autentico, esso deve essere completo e deve favorire lo sviluppo di ogni uomo e di tutta l’umanità. Quello che conta per noi è l’uomo: ogni individuo, ogni gruppo, e l’umanità intera.  Non mancano i dibattiti sulle strategie per eliminare le condizioni che violano la dignità umana; per superare le grandi ingiustizie, sia individuali che strutturali, che si incontrano giornalmente, e per proporre un futuro di generale benessere. Eppure, le soluzioni spesso proposte contraddicono queste buone intenzioni, favorendo al contrario il potere economico e politico rispetto agli altri. Amare a fatti e nella verità significa invece sostituire l’amore del potere con il potere dell’amore. Un amore del quale, più riflettiamo sul bisogno di averne, più la troppa considerazione di noi stessi diminuisce e il bene di Dio nella nostra vita aumenta.

E al convegno ha partecipato anche il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede che ha sottolineato, come  il programma attuale dello sviluppo totalitario di un “umanesimo senza e contro Dio” è il progetto contrario a ciò che la Chiesa offre al mondo con il Vangelo di Cristo, cioè uno sviluppo integrale fondato in una sintesi di collaborazione umana autentica nella realizzazione della volontà di salvezza universale di Dio. Ma su questa enciclica ascoltiamo il commento di  monsignor Silvano Maria Tomasi segretario delegato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale:

R.- Il messaggio della "Populorum Progressio" che rimane valido è il fatto che afferma con forza e argomenta con chiarezza che non c’è progresso se non è un progresso che contiene, che abbraccia, tutte le esigenze della persona umana, dalle necessità fisiche del cibo, della salute, della convivenza pacifica, alla dimensione trascendente della persona che è il rapporto della persona con Dio. È questo, a livello individuale, che poi in maniera parallela si applica agli Stati. Per cui oggi parliamo di una convivenza dei Paesi per creare la pace e di una forma di solidarietà che rende la globalizzazione invece che una forza negativa, una spinta per mostrare che siamo tutti assieme la famiglia di Dio aldilà delle frontiere e delle esperienza storiche.

D. - Quanto può dire anche ai governanti delle varie nazioni di oggi?

R. - Il discorso politico che emerge dalla "Populorum Progressio" è un invito alla responsabilità da parte dei gestori della politica che devono impegnarsi non a creare muri ed erigere barriere, ma a creare delle relazioni umane tra persone, tra gruppi che costruiscono questa famiglia di Dio che chiamiamo “la nostra famiglia umana”, dove siamo tutti uguali e abbiamo tutti uguali dignità come persone e figli di Dio.








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