"L’Ecuador sta vivendo momenti difficili a causa delle grandi manifestazioni sia di vittoria che di protesta per il risultato delle elezioni, che minacciano l'unità del nostro Paese. La pace è davvero in pericolo!": è quanto si legge nel comunicato della Conferenza episcopale dell’Ecuador (Cee), ripreso dall’agenzia Fides, e riferito al contesto post-elettorale.
Garantire trasparenza e verità del processo elettorale
"Di fronte ai risultati controversi espressi dai seggi domenica scorsa - si legge
nel testo - i vescovi della Conferenza episcopale incondizionatamente riconoscono
il diritto del popolo ecuadoriano a conoscere la verità". "L'autorità elettorale,
sostenuta dal governo nazionale - proseguono - ha il dovere di garantire la trasparenza
e mostrare le prove della verità dei risultati”. Di qui, il forte appello del presuli:
"Mai la violenza, sia da parte del potere che dall'opposizione, ma il cammino verso
la pace, lo sviluppo e la democrazia".
Avviare dialogo per tornare alla pace
Infine, il documento della Cee conclude: "È essenziale avviare immediatamente un
dialogo per chiarire pienamente la verità e quindi tornare immediatamente alla calma
e alla tranquillità per le strade delle nostre città".
Momento difficile per il Paese
Alle elezioni di domenica 2 aprile, dopo le prime notizie sulla vittoria di Lenín
Moreno - vincitore con il 51,16% rispetto al 48,84% dello sfidante Lasso - l’opposizione
ha accusato di brogli il conteggio finale dei voti. Successivamente, la tensione è
salita perché manifestanti dell’opposizione hanno chiuso le strade e dato alle fiamme
cassonetti e pneumatici per bloccare il transito dei veicoli a Quito, Guayaquil e
Ambato, chiedendo un nuovo conteggio delle schede di voto. La polizia ha dovuto intervenire
per fermare i manifestanti e, in qualche caso, evitare gli scontri con i sostenitori
del vincitore.
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