2017-04-14 14:06:00

Firmato il Memorandum contro la povertà in Italia


In Italia ci sono quattro milioni e mezzo di persone in povertà assoluta. Oggi a Palazzo Chigi la firma dell'intesa tra il governo e le organizzazioni che in questi anni si sono occupate di mettere a punto uno strumento contro l’esclusione sociale. Alessandro Guarasci:

L’Italia nei fatti non è più l’unico Paese in Europa dove manca uno strumento di lotta alla povertà. Prima la legge di Stabilità, poi la legge delega, ed ancora il Def hanno creato il reddito d’inclusione. Non solo un trasferimento monetario ma anche servizi, come la sanità e la formazione. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni:

“Noi siamo passati - credo che dobbiamo rivendicarlo con orgoglio, è merito del governo in questi anni, del governo guidato dal presidente Renzi - da fondi iniziali che mi pare fossero attorno ai 200 milioni quelli sperimentali per il S.I.A. (Sostegno per l’Inclusione attiva), oggi, a un fondo che cuba attorno ai due miliardi. E soprattutto ha una misura, per così dire, strutturale che nei prossimi anni può crescere e che si rivolge ai nuclei familiari”.

Le famiglie che cadono in povertà sono spesso formate da più di quattro persone e magari c’è un componente che ha perso il lavoro. Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà, un cartello di 35 organizzazioni:

“Secondo gli ultimi dati dell’Istat in Italia le persone in condizione di povertà assoluta, che non hanno cioè le risorse sufficienti per avere uno standard di vita minimamente accettabile, sono 4 milioni e 598 mila. Il 7,6 per cento della popolazione e il 6,1 per cento delle famiglie. E’ il valore più alto dal 2005 ad oggi. Nel Mezzogiorno si registrano le percentuali più elevate anche se segnali di peggioramento si rilevano in tutto il territorio nazionale”.

Il governo, dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, vuole mettere in campo uno strumento che non sia assistenziale:

“Il sostegno al reddito e l’inclusione. Io credo che questo sia un grande tema sul quale dobbiamo continuare a lavorare perché un trasferimento monetario non è semplice da realizzare ma costruire una cultura, un’infrastruttura, una capacità di collaborazione, un coinvolgimento di una comunità è cosa particolarmente più complessa. Quando parliamo di povertà parliamo di qualcosa che non ha una sua definizione univoca perché ci sono tante condizioni e tante povertà”.

Ora i dettagli dovranno essere definiti nel decreto attuativo, entro fine mese. Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso:

“Una scelta di uscire davvero dalla trappola della povertà e di costruire processi di istruzione e di lavoro che sono poi quelli fondamentali per avere un progetto di vita e una possibilità positiva”.

Un ruolo fondamentale lo avranno i comuni, nell’individuare i soggetti che hanno diritto al reddito d’inclusione.








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