2017-04-15 17:00:00

Benedetto XVI: segno evangelico di contraddizione


“I temi trattati da Joseph Ratzinger nel corso della sua vita, da professore di teologia, vescovo, cardinale e poi Papa, sono temi oggi di grandissima attualità e continueranno ad essere oggetto di dibattito anche in futuro. Per questo, ricostruire la sua esperienza umana, scientifica ed ecclesiale è così interessante”. L’osservazione è di Giovan Battista Brunori, scrittore e giornalista, vice capo redattore esteri e vaticanista del tg2, che – in occasioni dei 90 anni del Papa emerito – ha pubblicato, per le edizioni paoline, il volume   “Benedetto XVI. Fede e profezia del primo Papa emerito nella storia”.

Umile ma libero e determinato

“Credo sia un uomo di Chiesa che è stato e resta, evangelicamente,‘segno di contraddizione’ per i nostri tempi. E’ stato un Papa capace, infatti, di avviare diversi dibattiti. Una Papa di pensiero, il Papa della parola, dei documenti, del messaggio evangelico. Un messaggio proferito con umiltà ma, allo stesso tempo, con determinazione che è stato occasione d’incontro ma, qualche volta, anche di scontro. In questo senso Ratzinger direi che ha voluto lanciare una parola umile, ma non timida, in un mondo che ha perso in molti casi la bussola. Ci ha richiamato all’essenziale della fede, ha difeso la fede dei semplici e ha rilanciato la lotta al relativismo, dandoci messaggi che restano validi. Il fatto di aver affermato con grande franchezza, anche di fronte a consessi laici, - continua Brunori - questa sua estrema libertà di giudizio, ha sorpreso tutti”.

L’incontro con la Francia laica

“Penso soprattutto al suo straordinario incontro con la Francia laica, (viaggio del 2008 ndr) e al suo discorso al collège de bernardins. Il Pontefice fu accolto da molte critiche, normali in un Paese laico, dove la presenza anticlericale è molto forte, e dove in molti vedevano in lui il custode della tradizione cattolica. Eppure, seppe spiazzare i suoi interlocutori parlando delle origini del mondo culturale occidentale, così legate all’esperienza religiosa dei monaci. Ma anche in altre occasioni, ha saputo lanciare messaggi che hanno fatto discutere, sono stati segni di contraddizione, fermenti di nuove idee e processi”.

Una rinuncia che ha aperto un’era

“Pensiamo, soprattutto, alla sua storica rinuncia al Pontificato”, continua Brunori. “Un gesto che ha sconcertato il mondo, ha spiazzato non solo i detrattori di Benedetto XVI, ma anche gettato in stato confusionale i cosiddetti ‘ratzingeriani’. Così facendo, io credo, ha proiettato la Chiesa nella modernità. Per la prima volta un Papa ha imposto il tema delle dimissioni per anzianità, nella consapevolezza che la Chiesa sia guidata davvero da Dio, con mano ferma. Ha dimostrato coraggio e desiderio di riformare la Chiesa, un rinnovamento che oggi porta avanti Francesco”.

Sintonia straordinaria con Francesco

“Oggi c’è una sintonia tra Papa Francesco e il Papa emerito che è davvero straordinaria. E questo si coglie nei temi di fondo, al di là delle differenze di personalità che sono del tutto evidenti e credo siano anche una ricchezza per la Chiesa. Dice il cardinale Herranz in un’intervista che ho riportato nel libro, che il Signore utilizza il pianoforte e suona tasti diversi. Una volta tocca un tasto e produce un suono e un’altra volta un altro. Due Pontefici che hanno, dunque, un temperamento diverso, ma, nella sostanza hanno la stessa missione. La loro sintonia è un segno di efficacia e modernità della Chiesa. L’essenza è che la Chiesa è fatta di diversità che si riconducono poi a un’armonia e tutto ciò produce secondo me un seme di novità: la negazione di ogni omologazione nella Chiesa, che spiazza il mondo e spinge ad interrogarsi”.








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