2017-04-15 14:50:00

Col "Bes" più attenzione ad ambiente ed equità sociale


Il Documento di Economia e Finanza approvato dal governo ha introdotto un'innovazione: l’Italia è il primo paese in Europa a tenere conto di un nuovo indicatore, il Bes, nella programmazione delle politiche economiche, sociali, ambientali. Alessandro Guarasci:

Bes letteralmente significa Benessere equo e sostenibile. Non si oppone al Pil, che misura la ricchezza. Tra i parametri che saranno presi in considerazione, dunque: il reddito medio annuo disponibile, il tasso di mancata di partecipazione al lavoro, il tasso di disuguaglianza, le emissioni di anidride carbonica e di altri gas inquinanti, il Pil per abitante. Uno degli ideatori del Bes, l’ex presidente dell’Istat ed ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini:

“Quello che cambia è che d’ora in poi ogni volta che il governo proporrà una particolare politica, dovrà fare una valutazione di impatto anche rispetto ad altre dimensioni del benessere; dalle dimensioni ambientali, a quelle delle diseguaglianze, a quelle del mercato del lavoro. E quindi si integra un concetto puramente economico come quello del Pil con le altre dimensioni del benessere”.

D’altronde, che senso ha avere un Pil alle stelle se poi si ha un ambiente inquinato? Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale del Volontariato:

“Viene riconosciuto finalmente quanto il Terzo Settore testimonia da sempre: la felicità, il benessere di un popolo non sono solo legati al prodotto interno lordo, ai dati economici, ma anche al benessere, alla qualità della vita, all’istruzione, alla salute, alla sanità. Non a caso, uno degli indicatori di qualità del benessere di un territorio è appunto la quota di presenza del volontariato e dell’associazionismo in generale”.

Ora bisognerà capire come i parametri fissati dal Bes si integreranno con i parametri Maarstrict, ad esempio il rapporto deficit/pil, fondamentale per programmare ogni politica in Ue. Ancora Enrico Giovannini:

“Nella strategia ‘Europa 2020’ che dovrà essere ridisegnata, sono importanti altri parametri, non solo quelli finanziari. Il fatto che l’Italia sia il primo Paese G7, e direi il primo Paese industrializzato ad avere inserito nel proprio ciclo di discussione della Legge di bilancio questi indicatori, deve far sì che il nostro Paese insieme ad altri, penso alla Francia che è già orientata in questa direzione, apra una discussione politica per andare oltre il Pil anche nelle politiche europee”.

Il Bes va di pari passo col reddito d’inclusione, un assegno per le famiglie più povere che potrà arrivare fino a 485 euro al mese a nucleo. La lotta all’esclusione sociale dovrà tenere conto dei parametri di questo indicatore, dice Patriarca:

“Se una parte di un Paese, parliamo di 4, 5 milioni, per non parlare della povertà relativa, non sta bene,, non vive con dignità, questo significa che un Paese che non tornerà a crescere non avrà alcuna possibilità di crescere anche in umanesimo. Quindi, parlare di qualità della vita, parlare di benessere vuol dire anche finalmente riconoscere le fatiche, a volte le tristezze di molte famiglie, che in questo Paese, nonostante si dichiari una grande potenza industriale, vivono a malapena, raggiungono a malapena la fine del mese”.

 

 

 








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