2017-04-16 00:00:00

Pasqua 2017 in Terra Santa: in festa cristiani ed ebrei


La Pasqua in Terra Santa, luogo sacro, meta nei secoli di pellegrinaggi di milioni di persone ogni anno di fedi diverse, ma anche teatro di guerre di religione e non solo. Quest’anno in particolare le date della Pasqua cristiana coincidono per cattolici e protestanti, che seguono il calendario gregoriano, per gli ortodossi che seguono il calendario giuliano. E coincidono anche con i giorni della Pasqua ebraica. Roberta Gisotti ha intervistato il padre gesuita David Neuhaus, vicario del Patriarcato latino di Gerusalemme:

R. – Quest’anno, siamo benedetti tre volte. Per prima cosa, è sempre una grande benedizione celebrare la Pasqua sulla terra di Gesù, dove Lui ha versato il Suo sangue per noi, ha dato la Sua vita per noi. Questa è una benedizione di cui noi dobbiamo essere molto, molto consapevoli, e noi qui viviamo quello che credo sognino tutti i cristiani del mondo. Quest’anno poi, in particolare, siamo veramente benedetti perché festeggiamo questa festa tutti insieme, specialmente con gli ortodossi, che sono i nostri fratelli, in un periodo in cui il nostro Santo Padre dà un’importanza enorme all’unità cristiana. Dobbiamo dire che certamente l’unità non è ancora compiuta: sarà compiuta quando noi potremo celebrare in armonia, e non uno accanto all’altro, ma noi dobbiamo sperare – sognare! – che questo giorno verrà. E infine, la terza benedizione è che lunedì gli ebrei hanno incominciato anche loro la festa di Pasqua. E, certamente, senza comprendere il senso della Pasqua ebraica, i cristiani non possono celebrare veramente la Pasqua cristiana, perché Gesù – ebreo – ha celebrato la Pasqua e ha scelto la Pasqua perché in quei giorni si compisse la sua vita. Quindi, quando Lui ha versato il Suo sangue noi dobbiamo capire che questo è il sacrificio dell’agnello pasquale: dobbiamo passare dalla schiavitù alla liberazione, alla libertà dei figli di Dio. Quindi, tutto questo insieme dà un senso profondo alla nostra celebrazione di quest’anno, e noi siamo felicissimi quando questo succede: che noi possiamo essere qui e celebrare insieme.

D. – Padre Neuhaus, la preghiera tanto intensa che risuona in Terra Santa riesce a mettere fuori dai cuori dei fedeli l’odio che invece, purtroppo, si respira nelle violenze e nei venti di guerra che soffiano ancora in gran parte del Medio Oriente?

R. – Veramente, quest’anno noi abbiamo celebrato all’ombra di questo odio: con tanto dolore abbiamo saputo ciò che è successo nella Domenica delle Palme in Egitto, ai nostri fratelli egiziani. E quest’anno – devo aggiungere – ci sono tantissimi egiziani che sono venuti in Terra Santa per celebrare la Pasqua con noi. Quindi qui c’è anche la violenza, il dolore, l’odio, la guerra che entrano nella celebrazione di questi giorni. Sì, perché noi siamo convinti che malgrado tutto, malgrado tutto l’odio, tutta la morte, tutta la violenza, Gesù ha già vinto e noi dobbiamo essere testimoni di questa vittoria, specialmente in questi giorni. Anche se intorno a noi ci sono veramente pochi segni di questa vittoria, noi siamo chiamati a essere gioiosi nella fede, ché lui veramente è vittorioso!








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