2017-04-24 13:28:00

Francia. Ballottaggio Macron-Le Pen. Vescovi: priorità bene comune


Emmanuel Macron e Marine Le Pen andranno al ballottaggio per le presidenziali francesi il 7 maggio prossimo. Ieri, al primo turno, il candidato centrista ha ottenuto il 23,75% dei consensi, mentre alla rappresentante dell'estrema destra è andato il 21,53%. Per la prima volta sono stati esclusi dal ballottaggio sia i gollisti, sia i socialisti. E mentre si profilano le alleanze, in una nota i vescovi francesi ribadiscono che il nuovo presidente dovrà impegnarsi per il bene comune. Massimiliano Menichetti:

Emmanuel Macron è la “sola scelta per l’Europa”. Così il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha commentato l’esito del primo turno delle presidenziali francesi, che ha visto l’affermazione dell'outsider centrista su Marine Le Pen, del Front National. Gli fa eco il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, per il quale “i dati dimostrano che il populismo non ha vinto”. Macron, nel primo discorso dopo l’esito del voto, ha fatto appello all’unità della Francia, Le Pen ha parlato invece di necessità di liberare il popolo dalle “élites arroganti”. I due si contenderanno l’Eliseo nel ballottaggio del sette maggio prossimo, ma quattro giorni prima parteciperanno ad un atteso “faccia a faccia” tv. Le consultazioni di ieri, alle quali hanno partecipato il 78,69% degli aventi diritto al voto, hanno visto il Fn segnare il record storico di oltre sette milioni di preferenze. Per la prima volta sono stati esclusi dal secondo turno sia i gollisti sia i socialisti e in queste ore è già partita la cosiddetta “caccia al voto”. Il fronte politico francese si è in sostanza schierato a favore del leader di En Marche, con la creazione di una fronda che va dal socialista Hamon, al repubblicano Fillon. Voce fuori dal coro il candidato della sinistra radicale, Melenchon, che per ora ha deciso di non fornire indicazioni precise di voto ai suoi elettori. Intanto, i vescovi del Paese, guardando al futuro presidente, in una nota, ribadiscono che dovrà lavorare per il bene comune, avendo attenzione alle fasce più deboli della popolazione, ai migranti, e aderendo al progetto europeo in un’ottica di sussidiarietà.

Per un commento al voto in Francia ascoltiamo Tomas Vitiello, ricercatore del Centro studi sulla vita politica francese di Parigi, al microfono di Jean-Charles Putzolu:

R. - Questo risultato elettorale è un terremoto per la vita politica francese, perché vediamo che i due partiti che hanno dominato la quinta Repubblica – il partito socialista e il partito dei repubblicani – hanno ricevuto soltanto il 26 per cento dei voti, mentre ne avevano ricevuti più della metà e addirittura due terzi cinque e dieci anni fa.

D. - Quale la caratteristica del voto per Macron?

R. - Per Emmanuel Macron è una grande vittoria personale, perché tre anni fa era ancora sconosciuto di fatto, ha avuto una breve esperienza come ministro dell’Economia dal 2014 al 2016 e poi, rapidamente, ha creato un suo movimento politico che è riuscito ad attirare elettori sia del centro-sinistra sia del centro-destra, e soprattutto elettori che non si interessavano alla politica, alcuni dei quali sono alla prima esperienza di attivisti in questa campagna elettorale.

D. - Cosa incide sulla crescita di Marine Le Pen?

R. - Per quanto riguarda il risultato di Marine Le Pen, che ha ottenuto il 21,5% dei voti contro il 17,9 di cinque anni fa, possiamo dire che la sua vittoria si iscrive in una dinamica positiva che ormai il Front National sperimenta da qualche anno. Marine Le Pen riesce ad attirare il voto dei francesi che non si sentono rappresentati dal sistema politico e non hanno fiducia nel sistema economico, che hanno l’impressione che la Francia sia in declino, ritengono che le regioni non siano più ascoltate dal centro parigino … quindi persone che hanno paura per il futuro e paura per il proprio benessere negli anni a venire. Marine Le Pen ha fatto una campagna molto forte nelle zone rurali francesi, mentre non è stata molto presente nelle grandi città, proprio per parlare a questa Francia che non si sente ascoltata, che non si sente rappresentata.

D. - Come vede il secondo turno?

R. - Non dovrebbero esserci problemi per la vittoria di Emmanuel Macron, perché sia gli elettori del partito socialista sia gli elettori del partito dei repubblicani dovrebbero sostenerlo in misura massiccia. E addirittura gli elettori della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon – almeno la metà di loro – dovrebbero votare per Macron. A questo punto possiamo dire che il leader di En Marche potrebbe raggiungere tra il 60 e il 65% dei suffragi e Marine Le Pen il 30-35%. Ovviamente dobbiamo essere cauti, perché è una nuova elezione e quindi dovremo aspettare per vedere la dinamica di questa nuova consultazione.








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