2017-04-25 10:00:00

Giornata bambini vittime pedofilia. Don Di Noto: troppa indifferenza


“I piccoli sono i veri grandi”, questo il tema della Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia, celebrata da oggi con manifestazioni in tutta Italia, per concludersi domenica 7 maggio in piazza san Pietro con la recita del Regina Coeli insieme al Papa. In questa occasione il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, ha rivolto un messaggio a don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter, promotrice dell’iniziativa, giunta alla XXI edizione. Il servizio di Roberta Gisotti:

“La pedofilia è una piaga terribile”, che insidia e devasta i bambini in ogni angolo del mondo, oggi ancor più “attraverso le pieghe del web”. Così mons. Galantino, che aggiunge: “La vostra lotta”, “in un contesto tanto raccapricciante”, “dev’essere la lotta di tutti, anche la nostra, perché, la Chiesa – come ha scritto Papa Francesco - piange non solo davanti al dolore procurato nei suoi figli più piccoli, ma anche perché conosce il peccato di alcuni dei suoi membri”. Don Fortunato Di Noto cosa s’intende per “i piccoli sono i veri grandi”?

R. – I piccoli sono anche i veri grandi, perché questa è la verità; noi non possiamo fare altro che stare sempre dalla loro parte, della loro pulizia del cuore e del corpo, della loro innocenza. Siamo consci di non poterli salvare tutti, però siamo decisi per quanto è possibile - in un movimento popolare, ecclesiale - a salvarne il più possibile. Questo è l’impegno di Meter che con la Giornata dei bambini vittime, che è ormai diventata un appuntamento importante e fondamentale, vuole compiere, con un atteggiamento propositivo ma anche di denuncia costruttiva.

D. - Ma a che punto è la lotta alle pedofilia? Sappiamo che questa incontra grandi ostacoli anche nell’omertà da parte della stampa, ad esempio …

R. – Questa è la cosa che più ci rattrista, che anche ci indigna! E’ inconcepibile che di fronte al nostro Report, che produciamo ogni anno con numeri verificabili - non sono numeri statistici, inventati oppure estrapolati attraverso un sondaggio ma è il lavoro concreto di  Meter – a cui corrispondono di fatto i bambini vittime, dai neonati fino ad massimo di 13 anni - perché quando si parla di pedofilia ci occupiamo di questa fascia di età - via sia un silenzio, un silenzio che sfocia in una specie anche di rassegnazione, quasi di normalizzazione. Nella Giornata dei bambini vittime, celebrata da 21 anni, se noi non avessimo la voce della stampa cattolica soprattutto, tutto questo passerebbe in sordina, nel silenzio. Non c’è mai stata un’attenzione profonda. Ecco perché dall’indignazione bisogna passare anche all’azione, cioè dare voce affinché il mondo della politica, della cultura, quello sociale possano sempre più agire, definendo - perché questo poi è sempre il nodo centrale - che la pedofilia è un crimine. Se noi non definiamo questo, diventa veramente difficile l’impegno, la lotta e la continuazione di questa.

D. - Don Fortunato, qualche dato che può darci la misura di quanto questo fenomeno sia una dramma esteso …

R. – In un ultimo studio, si parla di 18 milioni di minori vittime di abusi sessuali, solo in Europa! Se poi pensiamo alla pedopornografia online, la mole del materiale prodotto - sia antico, quindi passato, che recente – interessa decine di milioni di bambini, coinvolti nella produzione pedopornografica. La cosa che ci inquieta ancora di più è che sta aumentando in una maniera vertiginosa, quasi accettata e normale, l’’abuso sui neonati: decine di migliaia di infanti, che non hanno nemmeno la possibilità di parlare e di esprimersi, vengono indotti in uno sfruttamento aberrante, tragico, davanti al quale non possiamo non cercare di trovare delle soluzioni. Se manca l’impegno della cooperazione internazionale tra i vari Stati, tra le varie Polizie e tra i vari soggetti che devono promuovere il diritto dell’infanzia, allora tutto diventa vanificato. La cosa impressionante è che c’è sempre una strisciante pedofilia intellettuale: si vuol far passare l’idea che in fondo non c’è niente di male. Questo è veramente pericoloso!








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