2017-04-28 11:06:00

Suor Samiha: il Papa in Egitto rafforzerà la pace e la convivenza


Suor Samiha Ragheb, comboniana, è la direttrice della St. George School al Cairo, una scuola cattolica frequentata sia da allievi cristiani, sia musulmani. Stefano Leszczynski le ha chiesto che cosa rappresenta per la gente la visita del Papa:

R. - Un’emozione molto, molto grande sia da parte dei musulmani che dei cristiani. Tutti stanno aspettando il momento. Qui a scuola abbiamo tutte le confessioni: cattolici, ortodossi, protestanti, anglicani ….

D. - Avete anche degli allievi musulmani nella vostra scuola?

R. - Sì, ne abbiamo tanti. La scuola ha già celebrato il suo centenario di fondazione. Tantissimi studenti musulmani sono uscita dalla nostra scuola, hanno finito i loro studi, poi l’università ... Sono sparsi in tutte le parti del mondo.

D. - Suor Samiha, voi siete vicino ai giovani, agli studenti e quindi potete avere una percezione più diretta di quello che è lo stato d’animo dei giovani. Sono spaventati da quello che succede in Egitto?

R. - Un po’ sì, perché la natura sente, però se io parlo della scuola dove mi trovo, posso dire che c’è una relazione molto buona tra musulmani e cristiani, convivono per 14 anni, dall’infanzia, dall’asilo, dalla scuola materna finché vanno all’università; c’è rispetto reciproco, c’è un’accettazione. Abbiamo anche altre nazionalità: ci sono sudanesi rifugiati , eritrei, siriani … C’è questo rispetto e cerchiamo di inculcare questo rispetto fin dalla scuola materna.

D. - Quale pensa sarà alla fine il risultato che ci si potrà aspettare da questo viaggio del Papa?

R. - Questo viaggio del Papa per me è un viaggio storico. L’Egitto è la terra della pace; la Sacra Famiglia è venuta a rifugiarsi in Egitto, la terra che noi chiamiamo “Terra Santa”, perché anche Mosè dal Monte Sinai ha avuto la sua parte. Allora, penso e sono convinta di questo: questo Papa trasmette pace, serenità, fede, speranza. Tutti stanno aspettando questa visita che penso porterà un segno e un significato alla convivenza, alla tolleranza, alle buone relazioni. È una visita benedetta per l’Egitto. È vero, in Egitto musulmani e cristiani hanno vissuto insieme per 14 secoli. Penso però che questa venuta, questa visita del Papa,  rafforza di più la cultura della pace,  la cultura della misericordia. Qui in Egitto poi vedono molto il rispetto di questo Papa per tutta l’umanità, per i poveri, per gli emarginati  e per i rifugiati;  è andato perfino a lavare i piedi nel Giovedì santo ai prigionieri. Lui non ha guardato la religione, né la nazionalità, né il livello sociale, niente.  Lui ha visto, in ogni persona che ha toccato, alla quale ha lavato i piedi e si è abbassato per baciarli, la persona. La persona, è una persona importante davanti a Dio. Lui voleva dire a tutto il mondo che siamo tutti uguali davanti a Dio. La religione è di Dio, ma l’amore il rispetto e l’umanità è per tutti.








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