2017-04-29 15:12:00

Ong-migranti. Intervengono anche Grasso, Gentiloni e Alfano


Continuano pesanti le polemiche politiche sulla vicenda circa le possibili relazioni tra ong e trafficanti di migranti. Oggi sono intervenuti sia il presidente del Senato Grasso che il premier Gentiloni. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

La polemica si fa sempre più dura e, accanto alle accuse mosse alle Ong dal procuratore di Catania Zuccaro, sostenuto da una parte della politica - Movimento 5 Stelle, Forza Italia passando per la Lega - ora si crea anche una frattura all’interno dello stesso governo, con il ministro della giustizia Andrea Orlando che, definendo ‘valutazioni politiche’ quelle dello stesso Zuccaro, invita a fare riferimento solo agli atti giudiziari. Tutt’altro tono quello del ministro degli Esteri Angelino Alfano che mostra diffidenza verso la provenienza dei fondi ricevuti dalle organizzazioni e chiarisce di appoggiare al cento per cento le dichiarazioni di Zuccaro quando parla di rapporti, se non addirittura di collusione, tra ong e trafficanti. Si parli delle indagini quando sono concluse e non quando sono in corso: sottolinea il presidente del Senato Piero Grasso, che definisce “un po’ fuori dall’ordinamento “ le dichiarazioni di Zuccaro. Le ong sono preziose, aggiunge il premier Gentiloni, ma la magistratura vada avanti, il governo non contrasterà l’accertamento dei fatti. I toni restano dunque accesi, con molte delle organizzazioni non governative che lavorano nel salvataggio dei migranti, pronte a difendere in tutto e per tutto la loro onestà. Il Cisom, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, pur non essendo una ong, dal 2008  è impegnata nell’aiuto in mare ai migranti. Mauro Casinghini è il direttore nazionale del Cisom:

R. – Capire il perché è complicato, in questo momento. Certo, certo, non è una bella cosa, perché si va mettendo sotto accusa chi va a salvare la vita delle persone. Le organizzazioni non governative, così come le istituzioni italiane – quindi la Guardia Costiera e la Marina – vanno facendo nel Mediterraneo salvataggi di vite umane, e lo fanno peraltro anche coordinate dalla stessa Guardia costiera che ha l’obbligo di coordinare le navi che sono più prossime alle imbarcazioni in difficoltà. Io sono convinto che per esprimere pareri, soprattutto politici, serve ed è necessario andare a viverle, queste situazioni, perché completano molto il quadro dell’idea che il politico si deve fare per agire e per risolvere il problema.

D. – In questo caso, oltre alle dichiarazioni politiche, ci sono anche dichiarazioni di una parte della magistratura …

R. – Sicuramente è abbastanza singolare che la magistratura faccia queste dichiarazioni senza avere a sostegno prove concrete. Certamente avrà le sue ragioni per farle, ma io sarei più contento e sarei più propenso a vedere la magistratura indagare anche ai livelli internazionali, perché dietro al flusso dei migranti ci sono anche traffici che in qualche maniera li sostengono. Mi vengono in mente – per esempio – le imbarcazioni: io non penso che la Libia abbia la capacità di produrre quella sorta di gommoni – che poi gommoni non sono: sono imbarcazioni di fortuna con cui i migranti vengono e che sono fatte semplicemente per percorrere poche miglia; sono imbarcazioni che provengono dall’estero, molto probabilmente, e che vengono importate dai trafficanti. Quindi, se la magistratura incominciasse a indagare anche su queste cose, incominceremmo a sventare, a disgregare questo traffico malavitoso che è appunto dietro al flusso della povera gente.

D. – Il Cisom non è una ong; ha sempre collaborato con le istituzioni, come la Guardia Costiera; per tre mesi siete comunque stati presenti a bordo dell’imbarcazione del Moas impegnata nell’Egeo. Il Moas è una delle organizzazioni in questo momento nell’occhio del ciclone …

R. – Noi abbiamo lavorato volentieri con il Moas: sotto il loro invito ci è stato chiesto di occuparci della parte sanitaria durante il soccorso ai migranti siriani, in particolare, che dalla Turchia passavano in Grecia attraverso l’Egeo. Lì, insieme, abbiamo salvato tantissime vite umane; peraltro, una missione quella del corpo di soccorso dell’Ordine di Malta – che correttamente non è un’organizzazione non governativa, ma è una branca di soccorso dell’Ordine di Malta in quanto Ente sovrano internazionale – che abbiamo sostenuto noi stessi, anche attraverso fondazioni italiane, e la nostra attività era appunto incentrata sul soccorso sanitario. Devo dire che Moas, insieme alle altre organizzazioni, nel momento in cui fanno il soccorso in mare, compiono la missione per cui sono lì, cioè quella di tirar fuori dall’acqua le persone che stanno per annegare, le persone che scappano da carestie, da guerre, da persecuzioni di varia natura … Per cui, dobbiamo agire considerando due aspetti. Sicuramente, l’aspetto criminale che va sventato e sventrato nel suo complesso, ma anche l’aspetto della disperazione, a cui noi dobbiamo rispondere principalmente come uomini.








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