2017-04-30 14:03:00

L'Azione Cattolica in piazza S. Pietro: siamo una famiglia


Grande gioia e festa questa mattina in piazza San Pietro gremita da circa 70mila persone dell’Azione Cattolica Italiana che oggi ha iniziato i festeggiamenti per i 150 anni della sua fondazione. Ascoltiamo i commenti raccolti da Marina Tomarro

R.  – L’Azione Cattolica dà una spinta in più nella vita, ti senti più forte in tutto quello che fai, è una carica emotiva infinita, da quando sei “acierrino”, passando per giovanissimo, educatore, per sempre, veramente.

D. – A te cosa lascia l’Azione cattolica?

R.  – L’entusiasmo nei confronti di tutte le cose: il lavorare, il formarsi sempre, il confrontarsi con qualsiasi persona, qualsiasi religione, avere sempre uno sguardo aperto a tutto quello che ci circonda.

R.  – Il fatto che questo è un percorso che ci fa sentire tutti quanti famiglia, in qualsiasi parte d’Italia ci troviamo. Per chi, come me ci sta da 10 anni l’Azione cattolica è casa, era dovuto essere qui oggi.

R. – Far parte dell’Azione cattolica significa imparare a condividere perché la condivisione è qualcosa di veramente grande che ci fa sentire vivi ogni giorno.

D.  – Il Papa vi ha invitato ad essere viandanti della fede, cosa vuol dire, in che modo rispondere a questa sua esortazione?

R. – Io direi uscire dalle nostre parrocchie, fare qualcosa al di fuori della nostra parrocchia, far capire ai giovani di oggi che è bello stare con gli altri.

D. – Come si porta la parola di Dio anche al di fuori della parrocchia?

R. – Nella vita di tutti giorni con i gesti concreti di amicizia e di condivisione.

R. - Facendo gli educatori diciamo ai ragazzi che ognuno lavora iniziando dal piccolo, quindi il nostro andare all’esterno è cominciare già dai propri genitori, dai propri amici, dal proprio ambiente perché lì comincia il nucleo dell’amicizia che poi diventa famiglia e comunità.

R. –  Noi facciamo anche “L’estate ragazzi” dove cerchiamo di coinvolgere anche quei ragazzi che non hanno la possibilità di conoscere la nostra realtà e magari poi farli entrare nei nostri gruppi.

D. – Il Papa vi ha chiesto di essere aperti verso il dialogo soprattutto verso chi la pensa differentemente, in che modo rispondete?

R. - Cercando di aiutarli e di cercando di avere un dialogo anche con quelli che si professano atei, che sono la maggior parte soprattutto nei contesti che frequentiamo, come l’università, e cercare di creare un contatto con loro e di capire anche le loro esigenze, di trasmettere questa grande passione che abbiamo.

R. – Ciao Papa Francesco! Dai ragazzi dell’Azione Cattolica!








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