2017-05-02 13:17:00

Grecia, raggiunto un accordo preliminare con Ue e Fmi


Dopo mesi di negoziati la Grecia ha raggiunto un accordo con i suoi creditori dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Il 22 maggio si terrà una riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona per approvare l'intesa. Il governo Tsipras ha accettato una serie di dure richieste ma il ministro degli Esteri Tsakalotos ha dichiarato che se la Grecia raggiungerà gli obiettivi fissati, potrà attuare misure per alleviare l’austerità. Giorgio Saracino ne ha parlato con Francesco De Palo, giornalista freelance e direttore di 'mondogreco.net':

R. - Il governo Tsipras di fatto ha ceduto su tutti i punti nei confronti della Troika: in sostanza ha accettato i quattro memorandum in toto; quindi abbiamo una sblocco della trance di sette miliardi di prestiti che la Troika concede ad Atene, che però deve restituire 7,4 miliardi entro il prossimo giugno. Il governo Tspiras ha deciso di fare un ulteriore taglio alle pensioni (parliamo di una media del 9%, ma arriva anche al 18%); un altro aumento delle tasse; aperture domenicali dei negozi e c’è la discussione sui farmaci senza prescrizione che dovrebbero esser vendibili nei supermarket. In cambio ha ottenuto soltanto la possibilità, quindi neanche la certezza, che in occasione del prossimo Eurogruppo che sarà il 22 maggio si apra finalmente la discussione sulla riduzione del debito ellenico.

D. - Quali potranno essere i problemi derivanti da questi accordi?

R. - Il problema è a medio - lungo termine. Il capo dell’ufficio legislativo del bilancio della Camera ha detto che queste misure di austerità - quindi tagli ai salari, tagli alle pensioni, aumento della pressione fiscale - avranno come unico risultato quello di mortificare ogni tentativo di crescita del Pil, scoraggiando quindi lo sforzo relativo ai nuovi investimenti. La Grecia subisce un nuovo accordo che non porta in cassa alcun beneficio se non ulteriori tagli, ulteriori sforbiciate a stipendi e pensioni e non c’è un euro di investimento per nuove forme occupazionali.

D. - Ed è questo il comportamento che potevamo aspettarci?

R. - Questo è un governo di sinistra, ma sta facendo politiche che non sono né di destra, né di centro, né di sinistra. Oggi, dire “sì” a questo accordo significa schiacciare, ancora una volta, il ceto medio e il ceto povero. La popolazione è scontenta semplicemente perché Tsipras è stato eletto con frasi come: “La Troika è morta”, “Sconfiggeremo l’austerità”, “La parola passa al popolo”, “Vince la democrazia” … quindi il popolo dovrebbe stare meglio. Tutte frasi che, sappiamo bene, sono attuabili fino ad un certo punto. Il Fondo Monetario Internazionale ha detto due settimane fa che il debito greco è aumentato.

D. - Quale sarà il futuro della Grecia?

R. - L’impoverimento ancora maggiore. Io vedo il territorio svenduto non in una logica di privatizzazioni per dare utili e per fare occupazione, ma una logica di 'svendita dei gioielli di Stato'. Il problema è legato semplicemente al patriottismo: qui non c’è una politica che pensa al futuro della Grecia, non c‘è una seria programmazione lungimirante. Quindi il Paese non potrà continuare ad esser svuotato dei suoi talenti. Questo è un Paese che sta continuando ad esportare forza lavoro: dalla Grecia se ne stanno andando fior di professionisti. La tragedia è questa: si sta sventrando un tessuto sociale.








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