2017-05-02 13:49:00

Plenaria Scienze Sociali: a rischio la democrazia se classe media tracolla


“Laddove la classe media subisce dei tracolli, la democrazia partecipativa è messa in pericolo”. Lo afferma il comunicato a conclusione della Plenaria Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, che si chiude oggi in Vaticano, presentato in Sala Stampa.  Dunque, serve valorizzare “le realtà intermedie basate sul principio di collegialità”. Alessandro Guarasci:

Una società partecipativa non è un’utopia. Il documento della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali chiede "partecipazione, integrazione sociale e culturale e  lotta all'esclusione" e mette in rilievo che " lo scopo di includere le persone e le comunità nella  società non può essere perseguito con misure forzate o in maniera standardizzata”. Il lavoro in tutto questo è fondamentale, dice il Cancelliere della Pontificia Accademia, mons. Marcelo Sànchez Sorondo:

“Sono state fatte molte conquiste, però ancora ancora non siamo arrivati al punto di tenere conto nel lavoro della propria vocazione e delle proprie capacità. Questo sarebbe un’applicazione del principio della fraternità, che riconoscendo la propria eguaglianza nella propria dignità, tuttavia dà spazio per la diversità delle proprie vocazioni”.

Le ricchezze soprattutto negli Usa e in gran parte d’Europa sono concentrate sempre più in poche mani e il rischio è che una classe media sempre più povera dia il via ai populismi. Pierpaolo Donati, sociologo, docente all’Università di Bologna:

“Non è la diseguaglianza  che impedisce la partecipazione; occorre lottare piuttosto contro la povertà nel senso proprio della mancanza sia di risorse materiali sia di risorse spirituali, culturali, formative, educative, … per poter appunto fare in modo che le persone possano uscire dalla povertà o da situazioni di disagio”.

Altro obiettivo deve essere la libertà religiosa, ancora Donati:

“Dove non c’è libertà religiosa, tutte le forme di partecipazione sono critiche, sono in crisi. In sostanza, ad esempio, l’88 percento dei terroristi provengono da Paesi dove c’è repressione religiosa, dove non c‘è libertà religiosa. Da qui, quindi i grossi problemi”.

Per Paulus Zulu, docente dell’Università di Nathalm in Sudafrica, i sistemi politici hanno grosse responsabilità:

“With regard to social exclusion, of course there are also ...
Con uno sguardo all’esclusione sociale, anche in aree e differenze regionali, dove le maggiori cause di esclusione possono variare, queste esclusioni in particolare dipendono del tipo sistema politico in quanto maggiore distributore di risorse”.

La presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, la professoressa Margaret Archer, mette in luce la necessità di dotare le classi più povere degli strumenti per emanciparsi:

“All the century, the Twentieth century, the end of the Nineteenth century, ...
Nel ventesimo secolo e alla fine del diciannovesimo secolo le risposte ai più poveri tra i poveri sono state quelle relative all’approvvigionamento delle necessità di base per risolvere condizioni terribili. Il cibo è estremante essenziale, il vestiario che chiunque può raccogliere nelle parrocchie. Questo non significa abilitare alla partecipazione nella società; questo significa abilitare a fare del proprio meglio per sopravvivere. La vita è molto più della semplice sopravvivenza”.








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