2017-05-04 14:30:00

Vescovi della Bolivia: no all'introduzione dell'aborto


I vescovi boliviani, riuniti nella loro 103.ma Assemblea ordinaria a Cochabamba, hanno diffuso martedì scorso, a conclusione dei lavori, un Messaggio nel quale trattano diversi temi di attualità ecclesiale e sociale. In particolare, dopo aver espresso la gioia per la Visita ad Limina, che si terrà il prossimo settembre, e vicinanza e solidarietà al popolo venezuelano, i presuli denunciano il crescente clima di “violenza e insicurezza nelle città”. Ricordano tra l’altro il fenomeno delle “pandillas”, vere e proprie bande armate urbane diffuse in vari Paesi dell’America Latina. Tra le piaghe che colpiscono il Paese anche “i morti sulle strade, i femminicidi, la sofferenza di tante donne per gli aborti e altri fatti dolorosi”. “Non ci stanchiamo di annunciare con Cristo Risorto – si legge nel Messaggio ripreso dal Sir - i valori del rispetto della vita e il senso di responsabilità che un’autentica convivenza umana chiede a ciascun cittadino”.

I vescovi boliviani: avanza cultura della morte e dello scarto
Nel documento i vescovi ribadiscono ancora una volta, riferendosi alla legge di riforma del Codice penale, attualmente in discussione, la loro inquietudine per “l’avanzare della cultura di morte e dello scarto”. La riforma prevede l’introduzione dell’aborto in diversi casi. Tra questi, quelli di povertà estrema della madre. Secondo i vescovi “il diritto alla vita è in linea con la Costituzione boliviana, con i valori dei popoli indigeni e del Vangelo. Di fronte a coloro che non vogliono accettare una vita che inizia, lo Stato può offrire la protezione di queste vite e un’altra famiglia”. Ancora, le imminenti elezioni giudiziarie sono “un’opportunità per riscattare l’amministrazione della giustizia nel Paese. Il nostro popolo, stanco per un sistema corrotto, lo sta chiedendo”.








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