2017-05-05 12:56:00

Brasile. Card. Scherer: mandare a casa politici non affidabili


Si conclude oggi ad Aparecida la 55.ma Assemblea generale della Conferenza episcopale brasiliana. Durante i lavori si è parlato anche del difficile momento politico, sociale ed economico che sta attraversando il Paese. I presuli hanno approvato una Dichiarazione proprio sul tema della crisi sociale. Ma cosa chiedono i vescovi brasiliani? Ascoltiamo il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, al microfono del nostro inviato Silvonei Protz:

R. – Prima di tutto, recuperare i principi etici, morali, nel contesto sociale, politico, economico, in ogni senso. Senza questi principi, invece, c’è posto per la corruzione, per la violenza, per ogni cosa che fa male al popolo brasiliano e al Paese. D’altra parte, abbiamo anche indicato che la vita normale in Brasile deve essere comunque recuperata, a partire dalle basi, dal tessuto sociale in quanto tale. Ma poi che anche la vita politica deve rinascere a partire da principi validi: per quanto riguarda la vita politica, bisogna fare un grande esame di coscienza, a livello nazionale, sugli orientamenti dei partiti, del governo e dell’opposizione. Infine, abbiamo affermato che è necessario ricostruire la politica, anche mettendo da parte, attraverso le elezioni che ci saranno il prossimo anno, quei politici che hanno dimostrato di non avere principi affidabili per la gestione del Paese. Ed è in qualche modo un appello anche alla comunità cristiana, cattolica, affinché si preoccupi della vita sociale e politica in ogni senso, partecipi alla costruzione di un Brasile diverso, migliore, dando il suo contributo, affinché, dalle piccole comunità, dalle associazioni sociali della vita comune fino alla vita politica organizzata, ci sia un nuovo spirito. È un po’ questo il senso della nostra Dichiarazione.

D. – Durante i giorni dell’Assemblea dei vescovi brasiliani ci sono state delle manifestazioni in Brasile – ricordiamo uno sciopero generale –; e naturalmente lo sguardo dei nostri vescovi è anche per questa realtà, la realtà dei lavoratori brasiliani che è composta di più di 14 milioni di persone senza lavoro…

R. – Appunto. Questo è un aspetto davvero preoccupante. C’è tanta gente senza lavoro. Ma il lavoro da dove viene? Il lavoro viene dall’economia che genera lavoro, che genera sviluppo economico e sociale, che genera posti di lavoro. E quindi le riforme economiche, e anche delle leggi sul lavoro, insieme poi ad altri aspetti importanti come la previdenza sociale: questi sono stati i punti principali della discussione e anche delle manifestazioni, dello sciopero. Quindi le riforme servono. Ma quali riforme? Come si fanno le riforme? Questa era la questione. E quindi la gente ha manifestato: chi a favore, chi contro. E certo oggi, grazie a Dio, c’è la libertà di manifestare e ognuno può dire la propria. Ci sono stati anche dei fatti di violenza ma per fortuna niente di più grave. Ad ogni modo, le manifestazioni sono anche un segno che qualcosa non va, che qualcosa bisogna cambiare. Certo, viviamo un momento politico molto teso: non da adesso, perché sono parecchi mesi che lo viviamo in Brasile. È una situazione che in ogni modo richiede anche un’ulteriore soluzione. Io penso che fino al prossimo anno, quando ci saranno nuove elezioni generali presidenziali e legislative, continueremo a vivere momenti turbolenti nella vita del Paese. Quindi lì sicuramente ci saranno grossi dibattiti, nuove proposte, e la società dovrà riflettere sul cammino da scegliere.








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