2017-05-06 12:36:00

Commento di don Sanfilippo al Vangelo della IV Domenica di Pasqua


Nella quarta Domenica di Pasqua, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù dice:

«Chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce … e lo seguono».

Su questo brano evangelico ascoltiamo la riflessione di don Gianvito Sanfilippo presbitero della diocesi di Roma:

Gesù è il buon Pastore, che fa uscire le pecore dal recinto e le conduce sulle proprie orme, ai pascoli migliori, salvandole dai briganti spirituali, da chi inganna e toglie vita. Quali sono le orme del Signore? Quale è la porta da attraversare per giungere ai prati più rigogliosi? Quale è l’unica voce che le pecore ascoltano? La seconda lettura di oggi ci offre una chiave ermeneutica del Vangelo. “Cristo patì per voi lasciandovi un esempio,…, insultato non rispondeva con insulti, maltrattato non minacciava vendetta, ma si affidava a Colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati sul suo corpo…”. Ecco le orme del Buon Pastore, ecco la porta aperta verso il cielo, ecco la voce divina che il cuore riconosce. Chi ama il nemico, e non si fa giustizia, portando pazientemente i peccati dell’altro, esce dalla cattiva strada e si salva da “questa generazione perversa”, sottolinea la prima lettura degli Atti. Chi, invece, non saluta il vicino per un’ingiustizia subita, o non parla ad un parente per un’eredità contesa, è una pecora smarrita. Chi ripaga un tradimento vendicandosi con la stessa moneta, tradisce il Signore. Chi teorizza anche la violenza per fare giustizia sociale, definendola una liberazione, non ascolta la Sua Voce, e apre la porta a chi arraffa e uccide l’anima e le persone. Il Buon Pastore, però, è pronto ad accogliere chi si pente.








All the contents on this site are copyrighted ©.