2017-05-10 13:43:00

Brucia camper a Roma, morte tre sorelle rom: s'indaga per omicidio


Tre sorelle rom di 20, 8 e 4 anni hanno perso la vita questa notte a Roma nel loro camper, in viale Primavera, zona Centocelle. I genitori e i fratelli sono riusciti a scappare prima che le fiamme avvolgessero il mezzo dove vivevano in tredici. Nei pressi del camper sono stati rinvenuti resti di liquidi infiammabili; la Procura di Roma ha aperto quindi un fascicolo per incendio doloso e omicidio volontario. I familiari, già sentiti dalla polizia, hanno dichiarato di aver subito delle minacce. Giorgio Saracino ha parlato con mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma:

R. - Nel 2011 abbiamo avuto la morte di quattro bambini a Tor Fiscale. Da allora avevamo detto che speravamo fosse l’ultimo fatto doloroso. Ora è ovvio che bisogna mettere la testa in queste situazioni, che bisogna cercare di delle soluzioni. Però non delle soluzioni immediate, veloci; ci vuole una programmazione seria e a lunga gittata che vada da un discorso di attenzione alla persona, ad un discorso culturale, di formazione, lavorativo. Tutto un percorso di accompagnamento per un’etnia che è qui nella nostra città, che non può essere lasciata a se stessa e abbandonata.

D. - Quella che si è adottata fino ad oggi è la politica dei campi. Forse si può fare qualcosa di più in futuro….

R. - Le politiche fatte finora sono state quelle dei campi. Abbiamo sempre detto, non è una novità di oggi, che i campi più che essere una soluzione diventano un problema, perché nel campo non solo c’è una carenza di assistenza, di scolarizzazione, ma c’è anche un luogo di vessazione, quindi di scuola di malaffare. È ovvio che poi anche tra i rom, come tra gli italiani, ci sono diversità di situazione delle persone: ci sono quelli che sono ricchi, quelli che sono poveri, quelli che sono regolari e quelli che tendono a delinquere. Allora bisogna esser presenti per armonizzare quest’etnia e armonizzarla nei confronti della nostra città, perché altrimenti, sia la città che loro, sono penalizzati. Quindi bisognerebbe fare un discorso di armonizzazione generale. Questo è un lavoro lungo, faticoso, impegnativo, ma doveroso e necessario.

D. - Oggi lei sul luogo della tragedia ha incontrato la sindaca Raggi. Che cosa vi siete detti?

R. - Una della cose che ha detto – e che come amministrazione è stato detto più volte e ribadito questa mattina – è che l’intenzione è quella del superamento dei campi. La politica deve interessarsi, deve mettere in piedi questo percorso per arrivare a questo obiettivo. Lei ha detto esplicitamente che il loro intento è quello di superare i campi.

D. – Questo, in qualità di Caritas è anche il vostro auspicio…

R. - Non solamente superare i campi, perché ora non è che si prende un palazzo con tanti appartamenti e si consegnano a questo gruppo. Non basta solamente il mangiare e il dormire, la casa… Ci vuole anche il lavoro e l’educazione, la formazione; è necessario che i bambini vengano avviati ad un processo  di scolarizzazione. Quindi che rimanga sì la loro cultura, ma è una cultura che deve essere costantemente aiutata e supportata. È ovvio che se  rimangono gli ultimi degli ultimi, per sopravvivere devono trovare degli espedienti che poi possono diventare realtà negative nei confronti dell’altra realtà della città. 








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