2017-05-22 12:17:00

Siria: ripreso controllo di Homs, ribelli trasferiti ad Idlib


Nel 2011 era diventata la città simbolo della rivolta contro Bashar al Assad, da ieri è di nuovo nelle mani delle forze del regime. Homs, la terza città della Siria, ormai allo stremo dopo l’imponente offensiva governativa del 2014, è tornata interamente sotto il controllo lealista: evacuato infatti anche Al-Waer, l'ultimo quartiere in mano ai combattenti, in base ad un accordo di resa condizionata che prevede il trasferimento obbligato dei ribelli armati, degli oppositori politici e dei loro familiari. Ce ne parla Shady Hamadi, giornalista e scrittore italo siriano, la cui famiglia è originaria proprio di Homs. L’intervista è di Giada Aquilino:

R. – L’esercito lealista, sostenuto da Hezbollah e anche da altre milizie sciite irachene, ha ripreso il controllo dell’ultimo quartiere che era in mano all’opposizione, Al-Waer, nella periferia di Homs. Tutta la città era già sotto il controllo delle forze lealiste da quando i ribelli hanno abbandonato la parte della città vecchia dopo almeno tre anni di assedio.

D. - Come sono stati questi anni?

R. - Questi anni per quanto riguarda la città vecchia sono stati difficili, perché molta gente è morta di fame, però gli altri hanno resistito per lungo tempo, assediati e isolati da tutto il resto della Siria. La stessa cosa vale per il quartiere Al- Waer.

D. - Qual è la situazione umanitaria in questo momento?

R. - È difficile, come è difficile in tutta la Siria. Certamente ad Homs è più facile l’arrivo, ad esempio, dei container umanitari. Il grande problema è l’inflazione crescente che c’è sui beni di prima necessità: una volta il pane costava 20 lire al chilo, oggi il prezzo è decuplicato, se non di più. Quindi le condizioni economiche sono molto critiche.

D. - Ci sono notizie di ribelli evacuati altrove. Dove si trovano in questo momento? E chi sono?

R. - Sono ragazzi, giovani, famiglie originarie di Homs che hanno imbracciato le armi dopo le prime proteste e la repressione che ne è seguita da parte del governo. Sono stati evacuati verso Idlib, ma c’è da sottolineare il fatto che non è la prima volta che intere aree, con intere popolazioni - stiamo parlando di migliaia di persone – vengono sfollate verso il Nord del Paese, a Idlib. Questo porta ad un vero e proprio cambiamento demografico: la Siria sta mutando nella sua composizione popolare. Una vera e propria ‘pulizia’. Significa che i legami storici che c’erano tra le varie comunità stanno mutando ed è probabile che non ritorneranno più ad essere quelli che erano prima. Ci sono ormai milioni di persone che hanno cambiato la loro sede naturale, cioè dove vivevano prima. Oggi c’è una nuova Siria con la quale noi dovremo fare i conti e non sapremo se il risultato sarà buono o invece peggiore di quello di oggi.

D. - Ci sono notizie provenienti dall’Iraq di sospetti test chimici su cavie umane portati avanti dal sedicente Stato islamico. Ci sono notizie in tal senso anche in Siria?

R. - Non in questo senso. Secondo me, invece, c’è una notizia che è urgente sottolineare, cioè le milizie irachene sciite che fanno parte della coalizione che sta tentando di liberare la città di Mosul dall’Is hanno detto: “Dopo la liberazione di Mosul, varcheremo il confine con la Siria e sosterremo il governo siriano nella ripresa del controllo dell’intero territorio”. Questo significa che andiamo verso un scontro settario ancora più forte, con le milizie irachene sciite che entreranno all’interno del territorio siriano.








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