2017-05-23 12:57:00

Caritas: la visita del Papa a Genova è evento di Grazia


Grande attesa a Genova per la visita del Papa sabato prossimo. Un programma molto intenso, che vedrà Francesco abbracciare la Chiesa genovese e le tante realtà che compongono il tessuto sociale della città della Lanterna. Momento centrale sarà la Santa Messa nell’area della Fiera del Mare. Massimiliano Menichetti ha intervistato il condirettore della Caritas di Genova, Francesco Catani:

R. – Ci aspettiamo una parola del nostro pastore su una cosa che gli è sempre stata a cuore: la vicinanza agli ultimi, alle persone più povere, più semplici, che è ovviamente anche la missione della Caritas. La visita movimenta tante persone, magari anche lontane dalla Chiesa, che sono però avvicinabili attraverso la carità. Abbiamo avuto molti segni in questi anni, in questo senso, nelle nostre mense, dove persone lontane dalla Chiesa si sono avvicinate attraverso la carità, attraverso il servizio agli ultimi. Confidiamo proprio in questa presenza del Pontefice che smuova i cuori di tutti, anche di chi non parteciperà alla Messa ma avranno l’eco delle sue parole, attraverso i giornali, la radio, la televisione. La visita è un evento di grazia, importante per la nostra diocesi e per la Caritas in particolare.

D. – Al Santuario di Nostra Signora della Guardia, il Papa pranzerà con i poveri, i rifugiati, i senza fissa dimora e i detenuti. Un po’ il centro del vostro lavoro, un po’ un presentarvi a Francesco…

R. – Sì, questa cosa sarà molto riservata. E le poche persone che andranno lì, della Caritas e degli altri enti, lo fanno solo come accompagnatori: non ci sarà nessuna presentazione particolare, ma solo la vicinanza.

D. – Nel vostro cuore che cosa porterete?

R. – Portiamo questo desiderio: che le parole del Papa siano veramente un evento di grazia, che tocchino il cuore di tante persone.

D. – Che cosa si aspetta da questa visita?

R. – Mi aspetto che la città sia in qualche modo scossa da questo evento, dalle parole del Papa alle persone dell’Ilva che sono in difficoltà, ai giovani, ai religiosi..

D. – Siete impegnati a fianco degli ultimi: quali sono le emergenze della città?

R. – Sono, soprattutto in questo momento, emergenze abitative: cioè molte persone perdono la casa perché non riescono più a pagare il mutuo. Le persone non ce la fanno più quindi perdono la casa; la casa viene venduta all’asta. Altri vengono sfrattati perché non riescono a pagare l’affitto. Affitti che non sono calati in proporzione alla diminuzione dei valori delle case. Poi anche molti immigrati hanno difficoltà. La possibilità di lavorare come assistenti degli anziani si è saturata. Molti italiani sono tornati a fare questo lavoro; i familiari tengono gli anziani e non chiedono una persona esterna. Quindi anche questo tipo di lavoro, che dalla fine degli anni ‘90 ha caratterizzato Genova, in questo momento sta ristagnando. Noi abbiamo le elezioni del sindaco il prossimo mese, quindi confidiamo che la prossima amministrazione rilanci determinate situazioni: il porto, le infrastrutture, il terziario; in qualche modo bisogna rilanciare il lavoro, che poi è il motore del reddito, e quindi il contrasto principale alla povertà.

D. – Voi come Caritas come intervenite in queste criticità?

R. – Abbiamo 36 centri di ascolto dove lavorano oltre 500 volontari, che sono presenti in tutti i quartieri. Quindi sono il primo tramite al quale le persone, le famiglie soprattutto, si rivolgono per essere aiutate. C’è una presa in carico da parte del centro di ascolto, che poi può coinvolgere altri enti che sono in rete con noi: la “Fondazione Antiusura”; il “Centro di Aiuto alla Vita”; la San Vincenzo – la famiglia vincenziana – con la quale collaboriamo stabilmente, e così via.

D. – Genova è stata storicamente, anche per il porto, un crocevia di popoli e di opportunità: è ancora così? O adesso è un po’ schiacciata dalle difficoltà, più che dalla prospettiva di futuro?

R. – Da un lato ci sono elementi di criticità, ma dall’altro ci sono anche elementi di speranza. Credo che la voglia di far tornare Genova una città che dà possibilità alle persone ci sia in tanti. Una città che non sia più a rischio di alluvioni, con le opere grosse che si stanno facendo; una città che abbia la possibilità di rilanciare l’industria, che è stata pesantemente colpita dagli anni ‘70 in poi. Abbiamo anche delle cose di eccellenza, come l’Istituto italiano di tecnologia… Queste cose possono fare da “motorino di avviamento” per una rinascita della città. Speriamo che i tempi migliori ritornino e ce lo auguriamo con tutto il cuore.








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