2017-05-24 08:02:00

Venezuela. Da aprile 55 i morti nelle proteste anti-Maduro


In Venezuela sale a 55 il numero delle proteste contro il presidente Nicolas Maduro da inizio aprile. Intanto, un secondo magistrato dell'Alta Corte respinge il progetto di Assemblea Costituente portato avanti da Maduro, che ha firmato ieri il decreto per stabilirne le modalità di elezione. Il servizio di Elvira Ragosta:

Continuano le proteste in Venezuela e si aggiorna il numero delle vittime. Gli ultimi dati diffusi dalla Procura nazionale parlano di 8 morti negli scontri che si susseguono da lunedì nello stato occidentale di Barinas. Nonostante le proteste di piazza, quasi giornaliere in diverse città del Paese, il presidente Nicolas Maduro intende portare avanti il suo progetto di Assemblea Costituente. Un' Assemblea composta da 540 membri, che - ha annunciato ieri la responsabile del Consiglio nazionale elettorale - saranno eletti a fine luglio. Intanto, un secondo magistrato della Corte suprema respinge la riforma Maduro: “Questa Costituente non ci rappresenterà legittimamente, dice Marisela Godoy, giudice del Tribunale supremo di giustizia, e porterà solo altro sangue e altri orrori". Contrario anche il 73% dei venezuelani, secondo i dati diffusi ieri a Caracas da un sondaggio dell’agenzia demoscopica Datincorp, per cui più del 50% degli intervistati ritiene che andare a nuove elezioni sia l’unica via d’uscita dalla crisi che attanaglia il Paese. E di “riforma truffa” a parlato anche l’ex candidato presidenziale dell’opposizione, Henrique Capriles.

Sulla difficile situazione nel Paese, Elvira Ragosta ha intervistato Roberto Da Rin, inviato del Sole 24 Ore in America Latina:

R. – La situazione è sempre molto critica e la contrapposizione tra opposizione e governo è frontale. Gli spazi di dialogo si stanno esaurendo ormai da tempo; il discorso di Maduro di pochi giorni fa, se possibile rende ancora più frontale la contrapposizione, perché questa riforma costituzionale evidentemente ribalta gli equilibri istituzionali del Paese e quindi getta un’ombra sugli spazi molto angusti di dialogo.

D. – Intanto, proseguono le proteste contro Maduro e gli scontri: 55 le vittime in 53 giorni di manifestazioni dall’inizio di aprile; le ultime nei giorni scorsi nello Stato occidentale di Barinas…

R. – E’ una situazione destabilizzata in modo cronico. C’è addirittura qualche analista politico che ha parlato di cronicizzazione della crisi venezuelana, come a dire che potrebbe profilarsi uno scenario tipo quello della Siria, senza possibilità di arrivare a una soluzione in tempi ragionevoli. Naturalmente, in tutto ciò si innesta anche una crisi sociale molto grave e persino alimentare, poi mancano le medicine. Il governo italiano ha proposto di inviare gratuitamente dei medicinali salvavita ma non è stato bene accolto … E quindi la situazione è davvero critica. Una crisi che è in parte imputabile anche agli aspetti economici: il prezzo del petrolio di cui il Venezuela è grande esportatore è a livelli bassi e gli analisti prevedono che si manterrà su livelli bassi. Quindi non ci sono prospettive rosee.

D. – Inoltre, c’è un’inflazione altissima. Vista questa situazione economica, c’è il rischio di bancarotta per il Venezuela?

R. – C’è questo rischio, effettivamente, il rischio di default, come accadde in Argentina nel 2001, ovvero il Paese potrebbe non essere più nelle condizioni di pagare le cedole ai sottoscrittori di obbligazioni e quindi dovrebbe dichiarare bancarotta. In verità, questa ipotesi per adesso è stata scongiurata nel senso che il governo Maduro finora le ha regolarmente pagate, l’ultima in aprile, quindi un mese fa. La prossima scadenza importante è prevista tra ottobre e novembre e si tratta di 3,5 miliardi di dollari. Questo sarà un banco di prova cruciale per capire la sopravvivenza politica della presidenza Maduro e per avere qualche informazione in più riguardo al futuro del Paese.








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