2017-05-26 08:18:00

Brasile: Temer revoca la mobilitazione dell’esercito


In Brasile resta alta la tensione per le proteste antigovernative alimentate dalla crisi politica ed economica che attanaglia il Paese. Il presidente Temer, sotto indagine con diversi capi di accusa, ha revocato la mobilitazione delle forze armate, decretata poche ore prima per difendere gli edifici pubblici nella capitale Brasilia, presi di mira dai dimostranti. Il servizio di Marco Guerra:

Il decreto che schierava nelle strade di Brasilia 1.300 soldati e 200 marines è stato revocato a meno di 24 di distanza del suo varo, dopo la pioggia di critiche arrivata sia dall'opposizione sia dalla maggioranza, che hanno evocato i tempi della dittatura militare. Il passo indietro indica la debolezza di Temer, contestato per la sua proposta di riforma del mercato del lavoro e perché indagato per corruzione, intralcio alla giustizia e associazione a delinquere. Il presidente, al potere da un anno, nega ogni coinvolgimento, rifiutando le dimissioni. Intanto è salito a 49 feriti e 8 arresti il bilancio dei violenti scontri di mercoledì a Brasilia tra manifestanti e forze dell'ordine, mentre l’ordine degli avvocati ieri sera ha consegnato alla Camera dei Deputati una domanda di impeachment contro Temer.

Sulla situazione in Brasile, Giada Aquilino ha intervistato mons. Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre:

R. – Quello a cui abbiamo assistito a Brasilia è segno e conseguenza della crisi non soltanto economico-politica che viviamo ma soprattutto di una crisi etica, antropologica. Gli uomini pubblici che avrebbero dovuto essere “guardiani” della Costituzione e dell’etica sono venuti fuori come corrotti: la violenza e le proteste sono segni vigorosi della rivolta della gente, del disgusto, dell’insoddisfazione che vive la popolazione brasiliana.

D. – Qual è l’auspicio dei vescovi di fronte a quanto sta accadendo?

R. – La Chiesa in Brasile auspica un’uscita all’altezza del popolo brasiliano, dei lavoratori, di quelli che lottano per una Nazione più giusta, più fraterna. Auspichiamo veramente che si riesca a trovare una via d’uscita, degna del popolo brasiliano.

D. – In questo quadro, quali timori ci sono per la riforma del lavoro e delle pensioni in corso?

R. – Si sa che abbiamo bisogno di una riforma delle leggi dei lavoratori, di una riforma politica, però al momento non c’è l’atmosfera giusta per portarle avanti. Le riforme sono necessarie, però dobbiamo sempre sentire anche il popolo. E il governo attuale cerca di portare avanti queste riforme senza sentire veramente il popolo. E questo ci preoccupa.

D. – Come si vive in questo momento in Brasile?

R. – Ci sono più o meno 14 milioni di persone che hanno perso il posto di lavoro: la gente è insoddisfatta e la situazione è veramente grave.

 








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