2017-05-29 08:00:00

Luci e ombre sul G7. Scaglione: poche le decisioni importanti


Un’Europa più indipendente. E’ il progetto rilanciato dalla cancelliera Angela Merkel tornata in clima pre-elettorale in Germania dopo il G7. “A causa della Brexit e dei contrasti con il presidente americano Trump”, ha detto,“non possiamo più fidarci degli alleati”. Una spaccatura che rispecchia il difficile clima del Vertice di Taormina concluso sabato scorso con qualche compromesso sulla lotta al terrorismo e le migrazioni, ma con un nulla di fatto sul clima per l’opposizione di Washington. “La situazione è troppo complessa“ spiega al microfono di Paola Simonetti, Fulvio Scaglione, esperto di questioni internazionali di Famiglia Cristiana:

R. – Io penso che questo G7 fosse destinato fin dalla sua partenza a essere un G7 di compromesso, perché c’erano dei protagonisti molto importanti, molto nuovi come Donald Trump, nuovissimi come Emmanuel Macron, dei protagonisti con preoccupazioni diverse, tipo la May che sta per affrontare un’elezione difficile, o la Merkel che la affronterà tra non moltissimo, un’altra elezione difficile. Quindi, in queste condizioni era chiaro che i protagonisti non avrebbero potuto prendere posizioni “di punta”, estremamente decise. E’ un G7 largamente interlocutorio, pieno di compromessi; in fondo, è un G7 che ha deciso molto poco.

D. – Sul capitolo “clima”, che cosa è ipotizzabile accadrà, invece, sul fronte Stati Uniti? E’ solo un prendere tempo, quello di Trump, o vuole davvero pensare, riflettere …

R. – E’ difficile da dire, perché Trump ha adottato una linea politica che è piena di zig-zag, di avanti-indietro … Io credo che sia un po’ difficile che su questo tema, che Trump fin dall’inizio ha indicato come “cruciale” per la ripresa economica degli Stati Uniti, faccia una totale marcia indietro. Mi aspetto, magari, qualche aggiustamento “cosmetico” 

D. – Lo pensi anche sul capitolo migranti?

R. – Bè, sul capitolo migranti, invece, il comunicato finale dello stesso G7 che riflette eminentemente le impostazioni americane, dice che gli Stati hanno il diritto di proteggere i confini, di chiuderli, se è il caso, e quindi da questo punto di vista, la linea è quella; d’altra parte, anche qua, non diamo tutta la croce addosso a Trump, per gli Stati Uniti, perché l’Europa è il continente che ha innalzato muri in ogni cantone e che ha promosso, approvato leggi come quella ungherese, per cui i richiedenti asilo finiscono in galera.








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