2017-06-03 11:30:00

Elezioni a Malta. Mons. Scicluna: politici al servizio di tutti


Elezioni legislative anticipate oggi a Malta, a tre settimane dalla fine del semestre di presidenza dell’Unione Europea. Oltre 400mila persone sono chiamate ad esprimersi dopo le accuse di corruzione che hanno investito lo staff del premier laburista Joseph Muscat. In questo clima si registra l’allarme dei servizi segreti americani e britannici per una possibile ingerenza russa nel voto. Stando ai sondaggi, Muscat resta comunque favorito per la vittoria contro il leader dell’opposizione Simon Bussutil, esponente del partito nazionalista. Dala sua parte la crescita economica dell’isola, arrivata a toccare il 3,5%, un tasso di disoccupazione bassissimo e anche un surplus di bilancio nelle finanze pubbliche. La Chiesa locale ha stilato un documento con 20 richieste alla politica, chiedendo attenzione per l’ambiente, la revisione dei piani di costruzione ma anche maggiore trasparenza sulle posizioni assunte dai politici nelle imprese private. In proposito Benedetta Capelli ha intervistato mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta:

R. – Questo principio è un principio di ottima governance perché è necessario essere molto schietti, onesti e sinceri sui legami che si fanno e che si hanno con l’industria. Quando si danno dei contratti bisogna sapere se anche il politico ha un interesse diretto in quella offerta o in quell’altra. Secondo me, questo è un principio generale, sul quale anche il Papa si esprime spesso, quando dice che la corruzione è un veleno che fa nascere non solo ingiustizie sociali ma anche conflitti sociali che bisogna evitare, che la politica deve essere una politica di servizio, non un motivo di guadagno per quel politico o quell’altro.

D. – Malta e anche l’Italia sono interessate da anni ormai dal dramma dell’immigrazione. Ci sono stati degli investimenti del governo maltese: in due anni oltre 10 milioni di euro per le politiche di accoglienza. Com'è la situazione per quanto riguarda il fenomeno migratorio?

R. – Mi interesso direttamente di questa vicenda anche perché il Santo Padre mette la questione sempre nella sua agenda quando parla del Vangelo dell’accoglienza. Anche con la sua presenza a Lampedusa ci ha dato una parola di incoraggiamento ma anche una profezia: bisogna guardare a queste persone come la presenza di Gesù in questo deserto che è il mare blu. La politica di accoglienza deve quindi essere supportata sul terreno sociale da un atteggiamento di accoglienza della popolazione. In certi ambienti questo è un discorso molto difficile, ma io ringrazio anche tante organizzazioni non governative a Malta che spingono sempre perché questa politica dell’accoglienza sia anche cultura di accoglienza. Poi, noi abbiamo questo racconto dell’inizio della nostra fede che nasce proprio dal naufragio di una nave che veniva dall’est e su cui viaggiava anche Paolo. Nel viaggio verso Roma sono naufragati sulle nostre isole 276 persone tra cui l’apostolo e così è arrivato il Vangelo da noi. L’accoglienza che diedero i maltesi, secondo gli Atti degli Apostoli, capitolo 28, è una tradizione che noi vorremmo continuare nei secoli.

D. – C’è un appello che lei si sente di fare ai maltesi in vista di questo appuntamento elettorale?

R. – In una breve lettera pastorale abbiamo incoraggiato i nostri concittadini a esprimere il loro voto e poi abbiamo anche detto che la politica deve essere per il bene comune, che bisogna votare secondo coscienza e scienza. Ci auguriamo che il governo che nascerà dall’espressione della volontà del popolo sia un governo che aiuti una riconciliazione nazionale, di cui abbiamo bisogno, e che sia anche un buon esempio di governance.








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