2017-06-07 14:31:00

Attentato Teheran. Batacchi: evento senza precedenti.


La comunità internazionale condanna gli attacchi che oggi hanno colpito l’Iran. Due commando sono entrati in azione a Teheran presso il Parlamento e il mausoleo dedicato all'ayatollah Khomeini. Il direttore di Rivista Italiana Difesa, Pietro Batacchi, parla di un "attacco complesso, su vasta scala, presumibilmente pianificato da settimane se non da mesi; un attacco che mette insieme più gruppi di fuoco, misti, con persone armate dotate di kalashnikov, pistole e al solito, purtroppo, kamikaze che si sono fatti esplodere". La novità è che per la prima volta la stessa Teheran, il cuore del mondo sciita e persiano, è stata colpita da un attacco del genere. Si tratta di un evento senza precedenti che avrà profonde e, temo, drammatiche ripercussioni in tutta la regione".

Perché si apre questo fronte?

"Possiamo fare delle congetture, non delle analisi. Chiaramente Teheran è il capofila del mondo sciita: è un Paese che è coinvolto su più fronti, soprattutto in Siria; in Libano tramite l’appoggio che dà ad Hezbollah; nella Striscia di Gaza con l’appoggio che l’Iran dà al sunnita Hamas. Ed è un Paese che in questo momento sta vivendo una fase di profonda contrapposizione con il capofila del mondo sunnita, ovvero l’Arabia Saudita".

Continua a rimarcarsi lo scontro tra sunniti e sciiti?

"In questo momento evidentemente non lo possiamo affermare con certezza, però ci sono degli indizi e degli indicatori che potrebbero farlo presupporre. Non dimentichiamoci cosa è successo in questi giorni: ovvero l’Arabia Saudita che, insieme ad altri Paesi tra cui gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto, ha rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar isolandolo del tutto e accusandolo di avere rapporti – neanche troppo vicini – ma troppo “normali” con lo stesso Iran. Tre settimane fa c’è stato poi il viaggio del presidente Trump in tutto il Medio Oriente: un viaggio in cui Trump ha posto le basi per la creazione di un’alleanza araba-sunnita, appoggiata nella sostanza delle cose, anche da Israele, un’alleanza in funzione appunto anti-iraniana. Oggi arriva questo attacco. Per cui – ripeto – la situazione è molto in divenire, è molto dinamica; temo che questo episodio possa portare lo stesso Iran a delle reazioni. Non è possibile adesso capire dove, come e soprattutto quando, ma temo che possano esserci reazioni in futuro".

Questo attentato in un Iran che è uscito recentemente dalle elezioni; che ha visto confermato presidente Rohani: quindi l’apertura alla comunità internazionale. Questo nonostante il dito puntato di Trump…

"Tra i Paesi della Regione l’Iran è paradossalmente quello più filoccidentale, quello su cui si potrebbe lavorare di più per favorirne l’avvicinamento all’Occidente. Trump lo allontana, perché sembra voler fare una scelta di politica estera precisa, sembra volere distanziarsi dalle posizioni assunte dall’amministrazione Obama, che è stata quella che ha fatto l’accordo sul nucleare con l’Iran. Non dimentichiamoci che su queste posizioni americane influisce anche la forza delle lobby israeliane negli Stati Uniti, che avvertono l’Iran come una delle minacce, come l’unica minaccia oggi esistenziale per lo Stato ebraico". 

 

Ascolta l'intervista: 








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