2017-06-08 09:25:00

In Vaticano, dibattito su capacità delle donne di guardare all'altro


Donna “educatrice alla fraternità universale” al centro della Plenaria del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso in corso in Vaticano. Diverse le prospettive di osservazione: dalla dimensione biblica a quella del diritto internazionale, fino a quella socio economica. Di quest’ultimo aspetto ha parlato suor Raffaella Petrini, docente di Dottrina sociale della Chiesa all’Angelicum di Roma, evidenziando come le qualità femminili possano contrastare quello che il Papa definisce il “paradigma tecnocratico” della società moderna. Sentiamo la professoressa al microfono di Gabriella Ceraso:

R. – Il paradigma tecnocratico non vuole essere la negazione di tutti gli aspetti positivi della tecnologia oggi nel mondo e dei grandi vantaggi che ha portato, anzi è anche espressione della capacità intellettuale dell’uomo. Ma allo stesso momento vuole evidenziare i limiti di una mentalità che porta a vedere gli altri, le cose e le persone come oggetti da poter modificare e trasformare secondo le proprie preferenze, secondo i propri obiettivi. Quindi questo è un aspetto su cui Papa Francesco è molto forte nel dire: è una logica quasi epistemologica che viene applicata alle relazioni dimenticando anche i limiti che sono intrinseci ad entrambi.

D. - Di fronte a ciò, la donna che ruolo ha?

R. – Io ho cercato di guardare alle qualità legate alla capacità di maternità della donna che Giovanni Paolo II diceva essere un po’ l’espressione piena della femminilità. Ci sono delle capacità che la donna ha: ad esempio, l’essere fisicamente strutturata per portare la vita, per curare questa vita vulnerabile fin dall’inizio. La madre è pronta e capace di guardare l’altro prima, i bisogni dell’altro prima, con questa capacità di dare, questa capacità di cura per chi è più debole e anche di accettazione dei limiti dello stato delle cose delle persone, che il paradigma tecnocratico invece minaccia.

D. - Nel confronto che si sta avendo con voi c’è una cosa nuova che sta emergendo…

R. – Intanto ho visto due aspetti che mi hanno colpito. C’è una grande apertura, una grande ricettività su temi che sono molto discussi, difficili da affrontare in certi contesti: ho visto prontezza nel cercare di portare avanti anche le obiezioni più ovvie, pure per la necessità di capire come affrontare questi problemi che sono così reali. Inoltre, mi è piaciuto molto il fatto che si sta cercando di guardare ad un tema così grande da punti di vista molto diversi: sicuramente è una fonte di ricchezza.








All the contents on this site are copyrighted ©.