2017-06-08 11:58:00

Mons. Leuzzi agli studenti: ricordate che Cristo ci ama


“Se ti diranno che sei ateo, ricordati di Giustino: ha donato la sua vita per annunciare che il Risorto ti ama! È lo scandalo della croce”: così mons. Lorenzo Leuzzi, delegato per la Pastorale universitaria, si è rivolto in una lettera agli studenti universitari di Roma in occasione dell’interruzione della didattica per la pausa estiva. Facendo riferimento alla biografia di San Giustino, mons. Leuzzi ha invitato i giovani a non avere paura. Giorgio Saracino ne ha parlato con Ciro Sarno, studente di Teologia a Roma:

R. – Il vescovo si fa sempre presente a noi studenti ogni mese con le sue lettere. Questa missiva è molto bella, perché ci riporta alla memoria un Santo, Giustino martire, che si festeggia il primo giugno: difendeva la fede all'inizio del II secolo. Ci porta, quindi, il suo esempio: Giustino era stato definito ateo e per questo motivo fu ucciso. In realtà Giustino non era ateo perché si era convertito al cristianesimo. Il vescovo mette in risalto questo aspetto del “Giustino ateo condannato”, perché ateo secondo le idee di allora. Un altro aspetto è la dipendenza dalla società e dalla religiosità: molte volte anche noi oggi siamo dipendenti dalla rete, dai social. Ma siamo dipendenti il più delle volte da Dio, perché il Dio nostro, il Dio salvatore, è un Dio che ci ama infinitamente, tanto da morire per noi sulla Croce. E Giustino annunciava questo: questo Gesù che muore in Croce, che ci ama liberamente e che non cerca dipendenza, ma che cerca la nostra salvezza.

D. - Una domanda che si è posto mons. Leuzzi è questa: “Farsi amare o amare”?

R. - Amare o farsi amare è il richiamo a quando Gesù incontra Pietro e dice: “Tu mi ami?”. È difficile rispondere. Dio non vuole farsi amare, ma vuole solo amare. Quindi dobbiamo lasciarci amare da Cristo, ma allo stesso tempo amare Lui sapendo che in Lui c’è la salvezza.

D. - In questa modernità sempre più veloce, quanto è importante per i giovani avere il punto di riferimento della fede?

R. - La fede per noi giovani è importante perché ci permette di vivere saldi a terra; di vivere, non di “vivacchiare”. Quindi la fede ci porta a saper vivere e a non vivere la giornata - così allo sbando, alle dipendenze - ma vivere una giornata piena, che ci possa far crescere e portare frutto alla nostra vita per donare all’altro.








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