I governi si assumano la responsabilità di dare risposte efficaci al dramma dei migranti, non si può restare sordi al grido di persone che provengono da “situazioni disumane”. Lo scrive il Papa nel messaggio indirizzato a Blanca Alcalá, presidente del Parlamento Latinoamericano e dei Caraibi, riunito a Panama sul tema delle migrazioni. Nuovo appello di Francesco contro il traffico degli esseri umani. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Per il Papa è sempre e essenzialmente una questione di concretezza, di guardare non tanto al problema ma ai visi – e alle “ferite” – di chi quel problema lo soffre ogni giorno.
Inutili le analisi asettiche
I migranti, riafferma una volta di più Francesco, non sono un caso da “tavolo di studio”,
certamente non ci si dimentica che “dietro ogni immigrato c’è un essere umano con
la propria storia, cultura, aspirazioni”. “Un’analisi asettica – scrive – produce
un risultato sterile, mentre il rapporto con la persona fatta
di carne e sangue ci aiuta a percepire le sue cicatrici profonde causate
dalla ragione o dall’irrazionalità della sua migrazione”. Non possiamo rimanere, dice,
“nell’ambito di un’analisi minuziosa e nel dibattito delle idee, ma spingerci a trovare
una soluzione a questo problema”.
Tre parole
Il Papa spinge i governanti a partire dall’analisi della “realtà” – prima parola per
lui fondamentale per “conoscere le cause della migrazione”. Ma questa indagine deve
essere strettamente connessa con l’attitudine al “dialogo”, quello che fa “entrare
in contatto con le persone, vale a dire con volti reali”, che stimola la “solidarietà
con coloro che sono stati privati dei loro diritti fondamentali, e sviluppa “la
disponibilità nell’accogliere chi proviene da situazioni drammatiche e disumane”.
E il dialogo – seconda parola della riflessione di Francesco – favorisce la terza,
l’“impegno”, quella “collaborazione congiunta”, afferma, “necessaria per sviluppare
strategie efficaci e più eque nell'accogliere i rifugiati”. Raggiungere un consenso
tra le parti, osserva il Papa, “è un lavoro ‘artigiano’ meticoloso, quasi
impercettibile ma fondamentale per plasmare accordi e norme”.
Traffico di esseri umani, una “piaga”
Dunque, prosegue, “si devono fornire tutti gli elementi ai governi locali e alla comunità
internazionale per sviluppare i migliori accordi per il bene di molti, specialmente
quelli che soffrono nelle zone più vulnerabili del nostro pianeta, così come in alcune
aree dell’America Latina e dei Caraibi”. E qui, Francesco mette nero su bianco ciò
che tante volte ha già detto e scritto parlando di immigrazione, il suo appello perché
sia cancellata la “piaga” del traffico di esseri umani, i quali – ribadisce – “non
possono essere trattati come oggetti o come merce, perché ciascuno di essi porta in
sé l'immagine di Dio”. Il lavoro, conclude il Papa, “è enorme”, “ha bisogno
di uomini e donne di buona volontà che, con il loro impegno concreto, siano in grado
di rispondere a questo ‘grido’ che sale dal cuore del migrante. Non possiamo chiudere
le orecchie alla sua chiamata”.
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