2017-06-12 13:41:00

Qatar: con Turchia, anche solidarietà Iran per invio aiuti


Continua l’isolamento del Qatar: Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrain e Yemen non aprono al dialogo. La Turchia e l’Iran si dicono invece vicini a Doha: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito ''disumano e contrario ai valori islamici'' l'isolamento del Qatar; Teheran ha annunciato l’invio di aiuti, con 100 tonnellate di cibo al giorno. Giorgio Saracino ne ha parlato con Giorgio Bernardelli, giornalista di “Mondo e Missione”:

R. - Il Qatar in questi ultimi anni ha giocato una sua partita all’interno dello scacchiere del Medio Oriente. Ora l’Arabia Saudita - dopo il viaggio di Donald Trump a Riyad di qualche settimana fa - si sente forte del sostegno degli Stati Uniti e, con i suoi alleati del Golfo - principalmente gli Emirati Arabi Uniti - prova a liquidare i conti all’interno dello schieramento sunnita. Sostanzialmente con due motivi di attrito rispetto al Qatar: da una parte il sostegno al movimento dei Fratelli musulmani, molto forte nella regione; e dall’altra anche una fedeltà alla causa dello schieramento contro l’Iran, molto meno forte rispetto a quello degli altri alleati.

D. - Quali sono le prime conseguenze di questo isolamento?

R. - Ci sono conseguenze concrete. La situazione in Qatar è molto grave e rischia di aggravarsi ancora di più, soprattutto per chi in questo Paese è più debole. Teniamo presente che il Qatar è una realtà in cui all’ombra dei grandi grattacieli e delle grandi finanziarie che conosciamo, ci sono centinaia di migliaia di lavoratori stranieri immigrati che operano nei servizi. Il Qatar è un Paese dove gli indiani sono il doppio dei qatarioti, gli abitanti originari del Paese. L’80% dei residenti è costituito da popolazione straniera immigrata. Dal punto di vista geopolitico, invece, è evidente che questa è una crisi molto grave, apertasi all’interno di un’area che era considerata uno spazio di stabilità all’interno del Medio Oriente, ma che rischia di avere ripercussioni durissime. Oggi il grande timore di Washington è che questo scontro possa portare il Qatar ad un clamoroso cambio di alleanze, ad uno schieramento che lo porti all’interno dell’asse sciita di cui Teheran è capofila.

D. - Come cambierà il palcoscenico internazionale dopo ad esempio la scelta di Teheran di aiutare il Qatar?

R. - Questa crisi è solo all’inizio. È evidente che le possibilità sono due: o in qualche modo il Qatar torna sui suoi passi, scendendo a patti con l’Arabia Saudita nel senso della mediazione che in questi giorni sta cercando di condurre principalmente il Kuwait - ed è molto probabile che sia anche l’esito che Washington incoraggi in questo momento - oppure, dall’altra parte, l’unica alternativa è questo clamoroso cambio di alleanze, questo passaggio del Qatar nell’orbita dell’Iran. Nelle ultime ore c’è stato questo segnale dato dagli aerei con i rifornimenti alimentari che dall’Iran sono partiti alla volta del Qatar, ma in questo momento siamo ancora nella partita a scacchi con operazioni di tipo simbolico.








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