2017-06-15 15:39:00

Mpv. Fiaccolata all'ambasciata britannica a Roma per Charlie Gard


“Ritengo in tutta coscienza che nessun tribunale possa sottrarre alla potestà genitoriale un bambino malato, andando contro quello che è l’amore stesso dei genitori e alla speranza di fare il suo bene”. Non usa mezzi termini il presidente del Movimento per la Vita italiano, Gian Luigi Gigli, sul caso di Charlie Gard. Al bambino gravemente malato e ricoverato a Londra, i magistrati hanno negato di poter andare negli Stati Uniti per tentare una cura sperimentale, a fronte della morte per la prevista sospensione dei trattamenti sanitari. I genitori si sono rivolti alla Corte Europea di Strasburgo che si pronuncerà tra 4 giorni.

Questa sera alle 20.30 il Movimento per la Vita ha organizzato una fiaccolata davanti all’ambasciata britannica a Roma per “una testimonianza di preghiera silenziosa - dice Gigli -  per richiamare al dovere di rispettare la vita umana. Credo che occorra rispettare fino in fondo la potestà genitoriale e soprattutto l’amore incondizionato che questa famiglia ha dimostrato”.

Per il presidente del Movimento per la Vita I giudici non possono entrare nel rapporto medico paziente ed il bene non è assicurato dalla decisione della Corte londinese, perché comunque il bambino andrebbe a morte”. In pratica “se noi ammettiamo un principio di questo genere, di fatto stiamo dando un potere di vita e di morte ad una Corte di giustizia contro il dovere e la responsabilità dei genitori stessi”. “Se non vogliamo entrare in una logica di tipo autoritario e statalista, se vogliamo salvaguardare il primato della responsabilità, della famiglia, dei genitori”, va ribadito che “nessuno può entrare a gamba tesa come è stato fatto dalla Corte inglese”.

Sulla fondatezza della sperimentazione negli Stati Uniti, Gigli evidenzia che "è fatta in ambito ospedaliero" e che pur non avendo "elementi di quale sia il livello di evidenza attualmente disponibile per quanto riguarda l’efficacia di questa terapia, come si fa a dire ad un genitore 'Non devi tentare questa terapia per tuo figlio, che comunque è destinato a morire …'"

In questo quadro Josephine Quintavalle, la più nota esponente laica del movimento pro-life britannico, ribadisce che “l’Inghilterra non vuole la morte di questo bambino”. Per Quintavalle “non sempre le Corti sono in grado di analizzare il discorso medico” pur sottolineando che il Great Ormond Street Hospital di Londra è un punto di riferimento, non solo nel suo Paese. Per l’attivista ogni caso, va analizzato con molta attenzione. Centrale è anche il dibattito sui diritti dei bambini rispetto al diritto dello Stato e a quello dei genitori, senza dimenticare però quei casi in cui “i bambini sono tolti ai genitori” perché non agiscono nel bene dei piccoli.

Si dice fiducioso in merito al ricorso che pende a Strasburgo, Carlo Casini, fondatore e membro del direttivo della Federazione europea pro-life One of Us, il quale sottolinea che in sede europea anche se “il criterio di base è quello di lavarsene le mani” e “cioè di dire 'sono questioni controverse, lasciamo decidere ai singoli Stati', in questo caso, però, si tratta di bambino e quindi bisogna rispettare anche le norme che riguardano l’infanzia, in particolare la Convenzione sui diritti del bambino che affida i bambini ai genitori”.

 

Ascolta: 








All the contents on this site are copyrighted ©.