2017-06-16 12:44:00

Colf e badanti, in Italia sono 900 mila ma troppo lavoro nero


Sono circa 67 milioni i lavoratori domestici nel mondo, di cui l’83% donne, e 11,5 milioni sono i migranti impegnati. Il lavoro di cura di colf e badanti è spesso fondamentale per tante famiglie, ma non di rado i diritti di queste persone non sono rispettati. E’ questo uno dei temi dell’odierna giornata internazionale del lavoro domestico. Alessandro Guarasci:

Oramai colf e badanti sono parte integrante di tante famiglie. I rapporti di lavoro iscritti all’Inps nel settore domestico sono 886 mila. Di questi l’87,5% sono donne, mentre il 76% sono di origine straniera, circa 692 mila. Dal 2015 l’Europa dell’Est è stata l’area geografica da dove provengono quasi la metà dei lavoratori stranieri. In aumento sono le lavoratrici e lavoratori italiani che raggiungono ora quota 213 mila con un sostanziale incremento nel 2015: +13,0%. Le altre lavoratrici/ori provengono principalmente dalle Filippine o dall’America del Sud.

Il lavoro nero però è un male ancora difficile da estirpare. Raffaella Maioni, responsabile Acli Colf:

Tante persone non regolarizzano o regolarizzano per meno ore rispetto a quelle che prevederebbe il contratto. Quindi si stima che ci siano all’incirca oltre un milione e mezzo di lavoratori domestici, cioè colf e assistenti familiari. Ad esempio, dalla ricerca che abbiamo fatto noi 'Viaggio nel lavoro di cura', si evince come il 33 per cento delle assistenti intervistate svolgono addirittura mansioni infermieristiche, quindi parainfermieristiche, che tra l’altro non si potrebbero fare, e non hanno un contratto di lavoro in regola. Quindi, questo pone sicuramente delle questioni anche rispetto alla sicurezza per le lavoratrici, ma anche per le persone che sono assistite”.

Tra l’altro molte colf e badanti a fine età lavorativa avranno una pensione da fame, 200-300 euro. Eppure oramai da anni il loro apporto alla nostra società è fondamentale. Lorenzo Gasperini presidente di Cassa Colf:

"Queste persone sono uno dei motori dell’economia italiana, perché comunque il giro economico realizzato dalle famiglie italiane intorno al lavoro domestico è di 15 miliardi di euro, di cui sette solo sono in regola, emergono, tra retribuzioni e contributi. Mentre nel Nord Europa le istituzioni sono vicine alle famiglie, in Italia il welfare si basa molto sulla famiglia: cioè, il welfare dell’anziano spesso è in testa alla famiglia".

Dunque, serve rivedere la normativa per agevolare le famiglie ad assumere e dare più diritti a questi lavoratori, a cominciare dalla pensione per arrivare alla malattia e alla maternità. Ancora Maioni:

Una contribuzione dev’essere fatta sulla retribuzione percepita in modo tale che la contribuzione del lavoratore aumenti, in modo tale da poter garantire prestazioni previdenziali, quindi aumenti la malattia e la maternità. Questa cosa non deve gravare sulle famiglie, perché dall’altra parte abbiamo comunque famiglie che a volte sono deboli e non hanno la possibilità economica di sostenere una contribuzione di un certo tipo. Serve che una famiglia, un datore di lavoro sia incentivato a regolarizzare, portando in detrazione i costi del lavoro”.

 In affanno economico le famiglie spesso per pagare il lavoro di cura, sono costrette a tagliare le spese per la cura, la salute, l’alimentazione.








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