2017-06-17 07:58:00

Helmut Kohl, cancelliere della riunificazione


E’ morto ieri all’età di 87 anni Helmut Kohl, storico cancelliere tedesco dal 1982 al 1998. Nel 1990 fu il padre della riunificazione della Germania dopo la caduta del muro di Berlino e uno dei padri della moneta unica europea. “E’ stato l’essenza stessa dell’Europa”, ha ricordato il presidente della Commissione europea Juncker. Il servizio di Michele Raviart:

Helmut Kohl, una delle grandi figure del novecento europeo, si è spento ieri nella sua casa in Renania Palatinato, dove si era ritirato dalla vita pubblica dopo la grave caduta del 2008. Membro dei cristiani democratici tedeschi dal 1946, guidò il partito per 25 anni dal 1973 e fu cancelliere per la prima volta nel 1982, ricoprendo la carica per 16 anni. Con la fine della Guerra fredda condusse quasi da solo la battaglia per la riunificazione della Germania Ovest con la Ddr comunista, avversata dagli altri Paesi europei che temevano il ritorno di una “grande Germania” dopo la seconda guerra mondiale. Europeista convinto, fugò questi timori rinunciando al marco, lavorando con la Francia al trattato di Maastricht e ponendo le basi per la moneta unica. Cordoglio per la morte dell’ex cancelliere da parte della comunità internazionale e di chi ha lavorato con lui, come Bush e Gorbaciov. “Kohl ha cambiato la mia vita, gli sono grata”, ha ricordato l’attuale cancelliere Angela Merkel che proprio dal suo mentore si dissociò al momento dello scandalo dei fondi neri alla CDU del 1999, ereditandone idealmente la guida del partito.

Per un commento sulla figura dell’ex-cancelliere, abbiamo intervistato il professor Marco Paolino dell’Università della Tuscia, autore di un libro su Kohl:

R. – Kohl è stato uno dei grandi costruttori dell’Europa. L’origine di Kohl viene chiaramente dalla dottrina sociale della Chiesa, dal pensiero cattolico: non dimentichiamo il rapporto fortissimo che ha avuto con Karol Wojtyla, con Giovanni Paolo II. Kohl ha insistito sempre sul dovere dei cristiani nella costruzione dell’edificio europeo. Questa era un’idea che era cara a Giovanni Paolo II: l’aveva anche diverse volte enunciata. Qui abbiamo anche, appunto, la grande intuizione di Kohl e di Mitterrand del Trattato di Maastricht del 1992 che è stato la pietra miliare, come il Trattato di Roma nel 1957, del processo di integrazione europea, della nascita dell’Europa e di quello che noi oggi stiamo vivendo.

D. – Kohl rimarrà alla Storia per essere stato il cancelliere della riunificazione tra la Germania Ovest e la Germania Est. Che cosa ha significato questo per l’Europa e per i tedeschi?

R. – Kohl è stato cancelliere per 16 anni, un tempo enorme! Quindi ha segnato profondamente la storia della Germania. E’ stata una riunificazione molto veloce, molto rapida, perché Kohl aveva paura che all’interno dell’Unione Sovietica gli equilibri cambiassero e quindi non avrebbero più permesso la riunificazione tra le due Germanie. Teniamo conto che Kohl è stato, insieme con Giovanni Paolo II, con Ronald Reagan, colui che ha posto fine alla guerra fredda. Questo per i tedeschi ha significato molto: attraverso Kohl, la Germania è tornata ad essere una nazione protagonista della politica a livello europeo e a livello mondiale. E poi, dobbiamo dire un’altra cosa: che il processo di integrazione europeo era visto da Helmut Kohl come una prosecuzione del processo di riunificazione tedesca, perché una Germania unita, una Germania forte, una grande potenza non poteva essere lasciata sola e doveva essere incardinata, ancorata all’interno della costruzione europea.

D. – Le conseguenze, poi, di questa visione sono anche nel fatto che Kohl è uno dei padri dell’euro …

R. – Nella nostra quotidianità, centinaia di milioni di europei vivono oggi con l’euro: bè, questa è la grande intuizione che ha avuto Helmut Kohl, insieme – dobbiamo dire – con François Mitterrand. Sono state posizioni – io dico – di grande coraggio, di grande apertura, sia della Germania – soprattutto – ma anche della Francia, che ha seguito la Germania su questo terreno; e noi oggi ne siamo tutti protagonisti e possiamo dire che ne abbiamo tratto – a nostro modo – dei benefici.

D. – Angela Merkel è stata “scoperta” da Kohl: che eredità lascia Kohl nella politica tedesca?

R. – Credo che Kohl abbia allevato una serie di persone, proprio da maestro; Angela Merkel in particolare, ma anche lo stesso Wolfgang Schäuble, che è uno dei ministri più importanti del governo tedesco. Sono stati allevati da Kohl, sono stati suoi collaboratori, hanno imparato molto da lui. Credo che anche le ragioni del successo di Angela Merkel – al di là, poi, di tante polemiche che hanno segnato la storia del Partito Cristiano-democratico in questi anni – , non possono prescindere dalla figura di Helmut Kohl, perché Angela Merkel nel suo metodo di governo e anche nel modo che ha di affrontare i problemi, è molto vicina a Helmut Kohl, all’impostazione che Kohl ha avuto nel governo della Germania – attenzione! – in un periodo difficilissimo, che è stato quello della fine della Guerra Fredda e della riunificazione.








All the contents on this site are copyrighted ©.