2017-06-17 12:51:00

Gli Usa si allontano da Cuba: ipotesi sanzioni ed embargo


Perplessità della comunità internazionale dopo il discorso del presidente americano Donald Trump a Miami, nel quale ha criticato le aperture verso l’isola da parte del suo predecessore Barack Obama, paventando un ritorno all’embargo e alle sanzioni pur lasciando aperta l’ambasciata statunitense. Immediata la risposta dell’Avana che parla di un “discorso carico di retorica”, ma ribadisce l’intenzione di continuare il dialogo. Benedetta Capelli ha raccolto il commento di Alessandro Corneli, docente di geopolitica allo Iulm, università di Lingue e Comunicazione di Milano:

R. – Il presidente Trump sta cercando di rafforzare i suoi rapporti con il proprio elettorato, e in particolare con i deputati e i senatori che lo dovrebbero appoggiare nelle vicende che lo vedono collegato alle indagini sul Russiagate. Quindi, la sua visita a Miami in Florida serve senz’altro un po’ a rafforzare questi legami e anche un po’ a deviare l’attenzione dall’inchiesta in corso, che è abbastanza pericolosa. E poi, in ogni caso, però, Trump segue la linea di cancellare un po’ tutti gli aspetti più significativi della politica del suo predecessore: non mancano mai suoi riferimenti agli errori – secondo lui, naturalmente – commessi da Obama.

D. – Trump ha parlato del regime cubano come di un regime brutale e dell’intenzione di lavorare, invece, per una Cuba libera, nella quale si svolgano elezioni democratiche, accusando poi Obama di avere ignorato gli abusi di diritti umani.

R. – Sì, esattamente. Questa è una linea ideologica molto, molto ferma, molto precisa che indubbiamente raccoglie l’appoggio della platea dei suoi interlocutori e soprattutto tende un po’ a lanciare un messaggio a Cuba. Trump dice: “Guardate che questi accordi che aveva firmato Obama, alla fin fine vanno a rafforzare il regime militare ed economico di Cuba anziché il popolo cubano”. “Io voglio rovesciare questa situazione, voglio che a beneficiarne sia il popolo cubano e quindi che abbia tutti i suoi diritti di libertà, le libere elezioni, il pluripartitismo e le caratteristiche fondamentali della democrazia”, che secondo lui Obama – per ottenere un successo di facciata – aveva trascurato.

D. – Ma quanto c’è di demagogico e quanto di reale in queste parole?

R. – Ah bè, in tutti i discorsi politici si deve fare un mix tra i due elementi. Certo, la situazione in questo momento è abbastanza delicata per Trump e per questo sfrutta tutte le occasioni che gli si presentano. Per esempio, l’attacco al regime comunista, che è un regime tradizionalmente violatore di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, gli fa gioco perché prende indirettamente le distanze anche dal regime russo e dal suo passato. Come per dire: “Io non ho nessun tipo di rapporti; sono intransigente nella difesa dei valori tipici della tradizione americana”. Questo è quello che gli serve come messaggio alla sua opinione pubblica interna.

D. – E come giudica invece la risposta di Cuba, che ha detto: “E’ stato un discorso carico di retorica ostile, ma la volontà è comunque quella di continuare un dialogo rispettoso con gli Stati Uniti”?

R. – Bè, certamente Cuba deve mantenere aperte tutte le porte possibili; naturalmente ad essere irritato è soprattutto il regime che si sente direttamente colpito con le restrizioni al tipo di viaggi che possono fare i cittadini americani a Cuba: non più a livello individuale ma soltanto a livello collettivo; non frequentare gli alberghi che sono gestiti dal complesso militare-economico di Cuba. In questo il regime, naturalmente, si sente direttamente attaccato. Ma è appunto il segnale che Trump voleva mandare alle alternative, se ci sono, perché vengano fuori!

D. – Ma quali conseguenze si possono ipotizzare nell’immediato?

R. – Penso che Trump non abbia interesse a rilanciare il discorso dell’embargo, anche perché la sua linea era stata quella – per esempio, nei confronti della Russia – di ridurre questo tipo di misure che poi, alla fine, non hanno nemmeno una grande efficacia. Quindi non c’è un peggioramento dei rapporti, tanto più che i rapporti diplomatici rimangono. Perciò, non credo che Trump – ottenuto questo successo a Miami – voglia poi aggravare la situazione e puntare tutto sulla vicenda cubana …








All the contents on this site are copyrighted ©.