2017-06-21 12:47:00

Morto il card. Ivan Dias. Papa: un pastore saggio e gentile


All’età di 81 anni si è spento a Roma il cardinale Ivan Dias, prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, incarico preceduto da decenni di lavoro diplomatico a servizio della Santa Sede. Papa Francesco, in un telegramma di cordoglio, ricorda il pastore “saggio e gentile” e il suo “contributo alla ricostruzione spirituale e fisica della Chiesa sofferente in Albania e lo zelo missionario dimostrato nel suo lavoro come Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli”. Le esequie del porporato sono state celebrate oggi pomeriggio dal cardinale Angelo Sodano e al termine il Papa ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. Il ricordo del cardinale Dias in questo servizio di Alessandro De Carolis:

Mezzo secolo, poco meno, di servizio alla Santa Sede, il mondo come casa prima di approdare definitivamente a Roma. Dal 1964, quando entra in Segreteria di Stato, al 2006 quando Benedetto XVI lo chiama a dirigere il dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Ivan Dias, originario di Mumbai, dove nasce il 14 aprile 1936, si occupa del servizio diplomatico in nazioni di quasi tutti i continenti.

Ministero internazionale
Tra il ‘65 e il ‘73 è segretario presso le Nunziature in Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda, Finlandia, Indonesia, Madagascar, Isola della Riunione, Isole Comore, Mauritius. Poi, fino all’82, è capo sezione presso la Segreteria di Stato per l'Unione Sovietica, gli Stati Baltici, Bielorussia, Ucraina, Polonia, Bulgaria. Si occupa – e sarà negli anni uno dei suoi impegni più minuziosi – dei rapporti con la Cina, e anche con il Viet Nâm, il Laos e la Cambogia. Poi il suo orizzonte si allarga all’Africa, in particolare ai contatti con Sudafrica, Namibia, Lesotho, Swaziland, Zimbabwe, Etiopia, Rwanda, Burundi, Uganda, Zambia, Kenya, Tanzania. Il 1982 è anche l’anno della sua consacrazione episcopale, che lo vede pro-nunzio apostolico in Ghana, Togo e Benin.

L’Albania post-dittatura
Dall’Africa all’Asia (’87-’91) nelle vesti di pro-nunzio apostolico nella Corea del Sud, quindi il ritorno in Europa, in quelle di pro-nunzio in Albania (’91-’97). Per il Paese delle aquile è un momento cruciale, l’anno zero dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, il momento per la gente di trovare una nuova strada e per la “Chiesa soffrente” – come scrive Papa Francesco nel suo telegramma – l’ora della “ricostruzione spirituale e fisica”. In quel frangente, l’allora mons. Dias si fa voce della Chiesa albanese e di tanta parte della popolazione soprattutto in quel 25 aprile 1993, quando nella Cattedrale di Scutari, a Giovanni Paolo II venuto a ordinare quattro vescovi e quindi a ricostituire la gerarchia ecclesiastica dopo la fine del regime comunista, offre con commozione questo benvenuto: “Santo Padre, l'Albania la accoglie con profonda riconoscenza per la premurosa amicizia che Ella ha sempre dimostrato verso di lei e per esserle stato sempre vicino con la preghiera durante la lunga notte delle sue tribolazioni e vicissitudini”.

Ritorno in India, di nuovo a Roma
Nel 1996 arriva l’ora di rientrare in patria come arcivescovo di Bombay. Dieci anni di ministero pastorale, durante il quale riceve nel 2001 la porpora cardinalizia da Papa Wojtyla, quindi il ritorno a Roma su richiesta di Benedetto XVI, che lo nomina prefetto di Propaganda Fide, incarico che il cardinale Dias mantiene fino al maggio 2011. Negli ultimi anni, a Roma, la lotta serrata e discreta contro i mali che lo affliggono con quello stile “mariano” col quale lo ha voluto ricordare ad AsiaNews il suo successore alla guida della Chiesa di Mumbai, il cardinale Oswald Gracias.

Con il decesso del cardinale Dias, il Collegio cardinalizio risulta così composto: 220 cardinali in totale, 116 elettori e 104 non elettori.








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