2017-06-22 10:30:00

Tor Vergata, Conferenza Internazionale dei Rettori Università


Il 23 giugno si terrà, presso l'Ateneo di "Tor Vergata", la "Conferenza Internazionale dei Rettori delle Università": al summit parteciperanno i Rettori delle Università di oltre 50 nazioni. Durante l'evento, che si inserisce nell'ambito del XIV Simposio Internazionali dei Docenti Universitari, si discuterà di sviluppo sostenibile, innovazione sociale e superamento di ogni disparità e disuguaglianza. Giorgio Saracino ha chiesto a Giuseppe Novelli, Rettore dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", spiegazioni sulla Conferenza:

R. – È un incontro a porte chiuse che riguarda mediamente 50, 60 rettori di atenei dell’area euro-mediterranea di Paesi anche difficili: Siria, Palestina, Israele, Paesi dell’Africa, del Sudest asiatico ma anche della Russia e di altri Paesi. Noi pensiamo che il dialogo tra i rettori dovrebbe superare quelle che sono le crisi attuali delle tensioni geopolitiche: la crisi della cultura della globalità e la mancanza di conoscenze. Tutto ciò che sta portando a una chiusura dei popoli e alla costruzione di muri. Questo forum nasce con questi obiettivi, con il compito di salvaguardare la conoscenza, tutelare e divulgare il sapere come via privilegiata per il dialogo tra i popoli.

D. - Quanto è importante la collaborazione tra atenei nella crescita degli studenti e dei professionisti?

R. – Noi abbiamo una grande responsabilità: la cultura e l’innovazione dove viene generata? Nelle università di tutto il mondo, perché ci sono i giovani e i talenti, questo non dobbiamo mai dimenticarcelo. I talenti si scoprono all’interno delle università. Noi dobbiamo fare emergere i talenti e per far emergere i talenti dobbiamo dialogare e far sì che un mio giovane talento vada a fare degli esperimenti in Israele oppure vada in altre parti del mondo. Questo deve essere facilitato, non può essere impedito.

D. – Infatti si discuterà di temi di attualità come immigrazione, sviluppo sostenibile e dialogo per la pace. Temi fondamentali al giorno d’oggi, soprattutto per i giovani, per il futuro…

R. – È fondamentale questo. Noi stiamo attivando i corridoi culturali per i migranti con delle iniziative straordinarie: Tor Vergata sta attivando un corso di perfezionamento per insegnare ai migranti a fare i badanti. Proviamo a immaginare quanto sia importante imparare a fare i badanti perché è un corso di tre mesi, sei mesi, che garantisce a loro un mestiere e dà la possibilità anche alle famiglie italiane di assumerli, anche perché hanno un certificato di qualità. L’università di Bologna ha istituito dei corsi per i migranti per insegnare a fare la mungitura e quindi impegnarli nel settore agricolo, nel settore dell’allevamento: persone che arrivano qui senza un titolo, senza un documento, senza un libretto universitario, a volte anche senza un mestiere, dare un percorso breve di questo tipo li può aiutare nell’inserimento sociale.

D. – L’evento si inserisce nell’ambito del XIV Simposio Internazionale dei Docenti Universitari dedicato alla "Terza Missione delle università in Europa per lo sviluppo umano e globale". Cosa si intende per terza missione?

R.  – La terza missione delle università è l’università che scende dalla cattedra e che guarda alla società. Finora l’università è stata sempre vista come didattica e ricerca. In realtà l’università fa molto di terza missione perché non solo produce oggetti, innovazione, tecnologie ma anche la terza missione, come la stiamo vedendo oggi, è quella dell’innovazione sociale: cioè, l’università che aiuta la società a funzionare meglio. Le università italiane stanno contribuendo a dare progetti esecutivi per le scuole distrutte dal sisma delle regioni centrali. Ecco, questa è innovazione sociale dell’università.








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